L’eutanasia ai bambini ora è legge in Belgio: è il primo Paese al mondo

Con un voto storico del parlamento federale, il Belgio diventa il primo Paese al mondo ad estendere il diritto all’eutanasia ai minori, senza limiti di età. I votanti sono stati 142:  86 a favore, 44 contro, 12 astensioni. Il provvedimento non ha precedenti, visto che nei Paesi Bassi, l’unico Stato ad avere già in vigore una legge simile, è previsto un limite d’età di dodici anni per poter dichiarare la propria volontà di ricorrere alla morte assistita in caso di dolore insopportabile e i ragazzi di sedici e diciassette anni possono optare per l’eutanasia solo dopo aver notificato la loro decisione ai genitori.

A favore della depenalizzazione parziale di quella che è conosciuta anche come “dolce morte” per chi ha meno di diciotto anni (in Belgio i maggiorenni possono farvi ricorso già dal 2002), un’ampia maggioranza delle forze politiche del paese che comprende socialisti, verdi e liberali, anche se la destra e i cristiano-democratici del Cdh e del Cd&V si sono fieramente opposti.

Critici invece la chiesa (così come i principali rappresentanti delle comunità ebraiche e musulmane), il Consiglio d’Europa, che in un suo parere ha raccomandato al Belgio di rivedere il provvedimento, e la maggior parte dei pediatri nel paese. Ma cosa dice la legge, già passata con un voto in Senato nel dicembre 2013? Le condizioni per poter richiedere l’eutanasia da parte di un bambino o un ragazzo sono assolutamente restrittive, tanto che da più parti si ritiene molto raro che si verificheranno contemporaneamente: il minore può chiedere l’eutanasia solo se è cosciente, in caso di malattia terminale grave e incurabile (un cancro), abbinata a una sofferenza costante e insopportabile che non possa essere alleviata, con la prospettiva di un decesso comunque a breve, con il consenso di entrambi i genitori e con l’approvazione di un pedopsicologo o di uno psichiatra esterno che non per forza conosca l’anamnesi del minore stesso.

Il dolore psicologico, che può essere addotto come motivazione da un adulto che chiede di poter ricorrere all’eutanasia, non è preso invece in considerazione per quanto riguarda i bambini e i ragazzi.

Differenti le reazioni politiche. La deputata socialista Carine Lalieux ha dichiarato: “Non si sta parlando di imporre l’eutanasia a nessun bambino o a nessuna famiglia, qui si tratta di dare ai minori il diritto di scegliere di non spegnersi soffrendo”. E il liberale Daniel Bacquelaine ha aggiunto: “Il diritto di ricorrere all’eutanasia non può essere riservato solo agli adulti, perché in ogni caso è già de facto una pratica anche per quanto riguarda i minori”.

Gli ecologisti si spingono addirittura oltre, proponendo una legge per quello che non vogliono definire suicidio assistito ma che piuttosto chiamano accesso a soluzioni per garantire la fine vita, con mezzi ritenuti idonei da una commissione di medici e solo se la richiesta di morire viene ripetuta periodicamente ad almeno due medici differenti.

Invece la deputata dei cristiano-democratici Sonja Becq si è chiesta: “Ma un bambino di sette, otto o nove anni, può davvero decidere se ricorrere o meno all’eutanasia?”. Un sondaggio fatto lo scorso ottobre ha mostrato che il 73% dei belgi si dice a favore della legge. E il dibattito sull’eutanasia per i minori è di attualità anche in Francia, dove il Senato sta valutando la possibilità che una tale misura entri in vigore anche nel paese transalpino. (Fonte Redattore sociale)

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g