“L’Italia non è attenta ai bambini”. Mancano una strategia di lungo periodo e investimenti adeguati. In altre parole, l’Italia non investe sul suo futuro, visto che i bambini rappresentano la risorsa principale per guardare avanti. E’ un quadro a tinte molto scure quello che emerge dal Rapporto del Garante dell’infanzia, appena presentato in Parlamento, e per quale è stato scelto un nome assai indicativo: “Crescere insieme ai bambini e agli adolescenti fa diventare grande l’Italia”. Un fatto del quale nel nostro Paese non ci si sta preoccupando quanto servirebbe. 
Ed ecco qualche dato allarmante riferito dal Garante:
MINORI E POVERTA’. In base agli ultimi dati Istat, in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al 17,6% di tutti i bambini e gli adolescenti. Il 7% dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta, pari a 723.000 persone di minore età; la quota è del 10,9% nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7% nel Centro e nel Nord del Paese. Ma il dato che più di altri ci aiuta ad individuare il fallimento delle politiche sinora adottate è quello relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni: esso è pari al 70% nel Mezzogiorno a fronte del 46,5% a livello nazionale. Settanta su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d’Italia rischiano di essere poveri. Gli alunni di cittadinanza straniera iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado sono 710 mila (a.s. 2010/2011).
1 SU 4 E’ OBESO. Se un bambino o un ragazzo su cinque consuma giornalmente frutta e verdura, preoccupa che ce ne sia uno su quattro che abbia un peso ponderale eccessivo e che la stessa quota non pratichi alcuna attività fisica. Fa riflettere poi che tra gli adolescenti risulti una quota consistente di fumatori (quasi 9%) ed ex-fumatori (3,5%) a cui bisogna aggiungere anche il 5% dei giovani che ha un consumo di alcol
rischioso per la salute. Come è stato anche recentemente rilevato, se è vero che i nostri bambini e ragazzi leggono di più degli adulti (il 57% dichiara di aver letto libri), si dedicano ancor di più all’uso del PC (62%) e di Internet
(64%).
GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI? Comparare la nostra situazione a quella degli altri Paesi aiuta. L’Unicef in uno degli ultimi rapporti pubblicati (“Benessere degli adolescenti e dei bambini nei paesi ricchi”) ha piazzato l’Italia al 22esimo posto su 29, dopo Spagna, Ungheria e Polonia e prima di Estonia, Slovacchia e Grecia.
L’ALLARME DEL GARANTE. “Se la classe dirigente di questo Paese, e intendo non solo quella strettamente politica ma tutti coloro che hanno delle responsabilità nella crescita e nello sviluppo dell’Italia – dichiara Vincenzo Spadafora – non modifica l’approccio verso i temi dell’infanzia e dell’adolescenza, sostituendo l’atteggiamento quasi caritatevole che ha avuto sinora con un’azione organica di lungo periodo che dimostri di cogliere il valore cruciale delle giovani generazioni; se,in sostanza, non riusciremo a produrre un radicale cambiamento di visione in coloro che possono fare qualcosa, anzi molto, nei confronti dei bambini e degli adolescenti, noi consegneremo alle future generazioni un Paese socialmente disintegrato”
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