«Buongiorno ai miei meravigliosi artisti». Questo il saluto che l’illustratrice faentina Raffaella Di Vaio ha rivolto, nel novembre scorso, ai ragazzi con disabilità dell’Istituto «Oriani» di Faenza che hanno partecipato al suo progetto di street art: «In realtà lo avevo pensato per tutti, anche per lavorare sulla relazione tra compagni. Ma poi, per una serie di circostanze, ci siamo focalizzati sui ragazzi cosiddetti “h” un po’ di tutte le età: intorno alle specifiche caratteristiche di ognuno ho adattato il lavoro, anche perché se non si fossero sentiti capaci, il percorso per loro non avrebbe avuto senso».

Alla fine, sono stati realizzati cinque pannelli di un metro per un metro e mezzo, ognuno con una tecnica diversa: «Siamo stati molto seri nel lavorare. Per quanto si sia riso tanto e l’allegria abbia fatto da sfondo, il lavoro è stato fatto con tutti i crismi del caso. E la restituzione, a me e ai partecipanti, è stata importante. Loro hanno vissuto un appagamento enorme nel poter dire “l’ho fatto io”, anche perché sono abituati a sentirsi dire che le cose non le sanno fare. Io ho sentito una pienezza incredibile».
Ora i pannelli, che dopo essere stati assemblati da di Di Vaio hanno lasciato a bocca aperta gli stessi protagonisti, sono esposti nell’atrio della scuola. Tra viaggi nella preistoria e nello spazio, tag e ispirazioni a Keith Haring, sono la testimonianza di come l’arte possa sfondare molti muri: «MI sarebbe piaciuto allargare il progetto agli studenti cosiddetti “normodotati”, mi sarebbe piaciuto indagare le dinamiche relazionali. Io di base ho molta fiducia nelle nuove generazioni, sono sicura che sarebbe stata una bella esperienza».