C’è anche la faentina Linda Maggiori, mamma di quattro bambini impegnata dai anni in difesa dell’ambiente, tra i firmatari della lettera che un gruppo di genitori, educatori, pedagogisti, antropologi e psicologi ha inviato al Governo per chiedere un’ora d’aria per i bambini in tempi in cui, a causa del Coronavirus, le misure impongono di restare a casa. 

Maggiori, più volte passate alle cronache per l’impegno ecologista della sua famiglia, che non ha l’auto e mette in atto tutte gli accorgimenti contro lo spreco di rifiuti, sta sperimentando sulla propria pelle che cosa significhi tenere quattro bambini, da settimane, chiusi tra quattro mura: “Fin dalle prime restrizioni, avevo notato come il Governo non avesse per nulla contemplato i bambini e non avesse preso in considerazione i danni che una quarantena forzata può provocare sulle loro condizioni psico-fisiche. Ma abbiamo, come tutti, stretto i denti pensando di andare avanti solo per qualche settimana. A distanza di oltre un mese, però, l’allarme va lanciato. Molti bambini non hanno nemmeno un fazzoletto di cortile condominiale dove sfogarsi un po’, come i miei. Molti vivono in appartamenti minuscoli”.

Linda Maggiori

A Linda qualche giorno fa è capitato un episodio spiacevole: “Ho fatto due passi intorno a casa, non allontanandomi oltre i cento metri, per addormentare mia figlia piccola nel passeggino, visto che i tre fratellini erano impegnati a casa con i compiti. Sono arrivata in un parco isolato e vuoto, senza alberi né giochi per bambini ma sono stata fermata dalla Guardia di Finanza. Del resto, anche scendere nel cortile di casa può essere rischioso: c’è chi ti guarda male come se stessi commettendo chissà quale reato. Abbiamo interpellato i pediatri perché ci dicessero la loro sulla situazione che migliaia di bambini stanno vivendo. E ne è nata, non a caso, un’altra petizione“.

Nella richiesta inviata a Roma da Maggiori e dagli altri firmatari della lettera, che specifica come la richiesta di fare uscire i bambini debba far rima con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle normative, si fa riferimento alla necessità di “mantenere sano lo spirito e il corpo dei nostri bambini e ragazzi, per i lunghi mesi a venire”.