L’ordine dei medici: l’omeopatia non funziona

La presa di posizione è decisa e autorevole. Arriva dalla Fnomceo, la federazione italiana degli Ordini dei medici: “Allo stato attuale – si legge sul sito Fnomceo – non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche secondo i canoni classici della ricerca scientifica”.

In una apposita sezione curata da Salvo Di Grazia, ginecologo conosciuto per il sito Medbunker, si spiega che “diversi studi condotti con una metodologia rigorosa hanno evidenziato che nessuna patologia ottiene miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici. Nella migliore delle ipotesi gli effetti sono simili a quelli che si ottengono con un placebo (una sostanza inerte)”.

L’effetto placebo spiegherebbe il fatto che ci siano persone sicure di aver tratto benefici dall’utilizzo dell’omeopatia: si tratta, spiega la scheda, di un effetto “conosciuto da tempo”, che “ha una base neurofisiologica nota e funziona anche su animali e bambini, ma il suo uso in terapia è eticamente discutibile e oggetto di dibattito”. Inoltre l’omeopatia è contraria “alle leggi della fisica e della chimica” e può essere praticata “solo da medici chirurghi abilitati alla professione. Questa norma non intende attribuire una base scientifica a questa pratica, ma solo garantire da una parte il diritto alla libertà di scelta terapeutica da parte del cittadino e dall’altro un uso integrativo e limitato alla cura di disturbi poco gravi e autolimitanti, evitando il rischio di ritardare una diagnosi più seria o che il paziente stesso sia sottratto a cure di provata efficacia”. In ogni caso i medici hanno l’obbligo di “specificare che il prodotto non agisce su basi scientificamente provate e raccogliere il consenso da parte del cittadino”.

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