Tognolini, l’autore della Melevisione a Ravenna: “I bambini? Extraterrestri”

Bruno Tognolini

C’è una filastrocca inedita di Bruno Tognolini, uscirà con il prossimo libro e dice, testualmente, che i bambini sono extraterrestri e che “gli adulti non li vedono” ma spesso li guardano e basta. Intanto lui, che per dieci anni è stato l’autore della Melevisione, che è Premio Andersen e che di filastrocche ne ha scritte 1260, continua a girare per scuole, biblioteche, festival. Domenica 25 marzo alle 15,30 sarà all’ospedale di Ravenna (viale Randi 5, settimo piano) per la rassegna “Rianimazioni letterarie”. Lo intervisterà Livia Santini.

“Ho 67 anni – ci racconta – e nonostante la fatica dei molti incontri, anche per genitori e insegnanti, non sono ancora stanco di scrivere. Iniziai in quarta elementare e da allora non mi sono più fermato. Durante i quattro anni passati a Medicina, ho continuato comunque a dedicarmi alla letteratura. Certo è che da qualche tempo ho un po’ la sindrome del clandestino: mi chiedo quando mai scopriranno che non sono poi così bravo, che questo non è il mio mestiere“.

Eppure, la sua carriera come autore e sceneggiatore è lunga e densissima, oltre che punteggiata da premi e riconoscimenti: “I momenti più alti non sono però quelli in cui i meriti vengono ufficialmente riconosciuti, in cui vendi tante copie e ti invitano ai festival. Sono anche i riscontri dei singoli lettori, di quel bambino che ti ringrazia per avere scritto quelle cose, perché gli sono servite. Attestati di stima che non fanno rima con quantità ma senz’altro con qualità“.

E la speranza è che l’incanto di una storia possa vincere contro montagne di smartphone. Gli stessi con cui bambini e ragazzi lo fotografano agli incontri: “La paura che un giorno i più giovani possano non leggere più c’è. Ma dall’altra parte ho la consolazione che le generazioni future seguiranno la scia di quelle passate, non smettendo di avere le stese abitudini. Ecco, quando sento parlare degli occhiali per i film da vivere in virtual reality, penso che alla potenza del mezzo ci si possa assuefare in qualche modo subito e che si finisca, poi, per concentrarsi ancora una volta sulla magia della storia che viene in quel momento raccontata”.

Tognolini ha anche scritto “nel futuro non vedo ma nel futuro io vado”, dove a fare la differenza è davvero solo una vocale: “Speriamo che vada tutto bene. Quello che posso fare è raccontare quanto più possibile la ricchezza umana, sperando che chi mi ascolta ne faccia tesoro”.

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