Trentacinque anni, lughese, un’esperienza simile fatta lo scorso anno in Nepal. Alice Bandini, insegnante alla scuola dell’infanzia “Capucci” di Lugo e socia della cooperativa Zerocento, non passerà il Natale tra pacchetti regalo e tavolate. Il 24 dicembre, infatti, partirà in solitaria per la Birmania, dove nel villaggio di Nyaung Shwe raggiungerà un orfanotrofio che ospita 120 bambini. A gestirlo, due monaci buddisti che soffrono della scarsità di fondi per garantire agli ospiti condizioni di vita dignitose: “Non mi appoggio ad alcuna associazione ma sono in contatto con una ragazza italiana che vive a Londra e che fa parte dell’associazione Children Do Matter. Mi ha raccontato che la situazione è pesante, che fino a qualche tempo fa i bambini non avevano nemmeno i materassi per dormire. Per fortuna, è riuscita ad aquistarli e a fare assumere due donne del posto che ora danno una mano”.
Alice, nel volontariato, è già attiva da un po’: “In luglio ospito da un paio d’anni una bambina bielorussa. L’ostacolo linguistico non mi spaventa. In Birmania, oltre a offrire il mio aiuto in base alle esigenze, insegnerò un po’ di inglese ai bambini. Non prima di essermi sincerata delle loro condizioni di salute e del bisogno di cibo e medicine. Molti sono malati, mi hanno raccontato”. Alice non è però spaventata dal carico emotivo: “Vado anche per diventare più consapevole e per rendere più consapevoli gli altri, con il mio racconto. Di certe cose sentiamo parlare quasi quotidianamente. Ma viverle ha tutto un altro impatto”.
Per arrivare in Birmania con un po’ di soldi da mettere a disposizione dell’orfanotrofio, Alice ha avviato una raccolta fondi che le ha già fatto raggiungere 1.400 euro: “Sono soddisfatta della cifra, spero che aumenti ancora prima della mia partenza. In ogni caso, troverò il modo di continuare ad aiutare quei bambini anche dopo il mio rientro a casa. La scorsa estate ho organizzato una mostra di fotografie del mio viaggio in Italia. L’ingresso era a offerta libera ma il ricavato è stato mandato nell’orfanotrofio di Pokhara, ai piedi dell’Himalaya. Lì c’erano dodici ospiti, realtà ben diversa da quella che mi aspetta”.
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