La psicanalista: “Nelle famiglie troppo amore diventa proprietà”

Genitori che amano troppo. Che pensando di creare legami, fabbricano lacci. La psicanalista Laura Pigozzi, nel suo libro “Mio figlio mi adora. Figli in ostaggio e genitori modello” (nottetempo) li chiama genitori claustrofilici. Una tendenza a suo avviso e che riguarda sia le mamme che i papà, poco propensi a favorire l’autonomia dei propri bambini, sempre pronti a esibirli, farne un culto, considerarli una proprietà. Tutto il contrario di quel che sostengono le mamme favorevoli ad allattamento a oltranza e co-sleeping.
Dove finisce l’amore e dove inizia il plusmaterno?
“Il plusmaterno, che riguarda sia gli uomini che le donne ma che ha una matrice materna, oggi è diffusissimo nelle famiglie. Si tratta di una deviazione della cura. Cura che strutturalmente ha due fasi: quella dell’accudimento, della simbiosi e dell’attaccamento fisico e quella in cui il genitore lascia andare il figlio e lo sorregge in questo suo andare. Questa seconda fase si sta perdendo. Molti genitori non lavorano sull’autonomia dei propri bambini ma, piuttosto, vogliono godere di loro. Le famiglie diventano all inclusive, il nido si chiude”.
Le sue posizioni sono state criticate dalle fautrici di un approccio pelle a pelle con i bambini?
“Sono stata criticata soprattutto sul concetto che nel co-sleeping sia implicata una parte erotica. Sono scoperte freudiane che hanno ormai cent’anni ma molti non sanno che i bambini non sono angioletti, sono nodi pulsionali che provano una fascinazione incredibile nei confronti del corpo della madre. L’esposizione totale e continua di quel corpo è controindicata. Sappiamo bene che l’erotismo femminile non è incentrato solo sulla parte genitale ma è diffuso e ha molto a che fare con la pelle. Se un bambino dorme a continuo contatto con la mamma, è inutile negare che ci sia un aspetto erotico. Non a caso, tra le mamme più ‘fanatiche’, c’è un drastico calo dell’eros: l’uso improprio del bambino appaga così tanto da azzerare o comunque ridurre ogni altra pulsione”.
Come se la spiega, questa tendenza?
“Non sono una sociologa ma credo che fare i figli tardi favorisca un atteggiamento di questo tipo. Nella vita si sono già fatte tante esperienze: la carriera, l’amore erotico. I figli sono un po’ l’ultima soddisfazione, sulla quale si riversa troppo. Ma infantilizzandoli, ritardiamo la loro autonomia e replichiamo quindi lo stessa schema. Credo anche che la società di oggi sia così narcisistica che i bambini vengono messi continuamente in vetrina: portarli ovunque, per esempio, facendoli stare in ambienti per loro complicati, non ha senso. Facciamole lavorare, queste baby-sitter, se vogliamo andare a cena fuori. Ecco, la società che professa di amare così tanto i bambini, in realtà non ne rispetta le fasi”.
Quali sono i danni, a lungo termine?
“Porto l’esempio di alcune mie pazienti per dire che quando la simbiosi viene troppo protratta, quando le figlie rimangono troppo tempo in adorazione delle proprie mamme, sperimenteranno troppo tardi quella quota odio/amore necessaria al distacco. La vivranno, al contrario, fuori tempo massimo, quando magari le loro madri hanno bisogno di loro perché si sono fatte anziane. Saltare le fasi è nefasto, ecco perché le plusmadri che abusano della parte simbiotica della maternità dovrebbero stare allerta”.
Vale anche con i figli?
“I figli maschi in genere non vivono, come le ragazze, la ribellione verso la madre. Il loro caso però non è esente da danni: rischiano, più avanti, di cercare donne come le madri. Una proiezione che, per le ragazze, può significare ben peggio: chi cresce con l’idea che l’amore è proprietà e controllo, potrà incappare più facilmente in relazioni soffocanti, in rapporti privi di libertà. Senza scomodare il grande tema della violenza, dall’avere una madre soffocante e iperpresente ad accettare un partner Pigmalione, il passo è breve. Quando la mamma di un bimbo piccolo è a disagio quando sa che suo figlio sta bene e si diverte anche quando lei non c’è, dovrebbe iniziare a farsi qualche domanda”.