La Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena diretta dal professor Fabrizio Ferrari di Unimore è protagonista di una nuova tecnica per diagnosticare la paralisi cerebrale.Si tratta del Prechtl’s Method of Qualitative Assessment of General Movements (GMs) cioè del metodo Precht di valutazione dei movimenti generali nel neonato ed è stata sviluppata alla fine degli anni Novanta dal professor Heintz Prechtl (dell’Università olandese di Groningen), dal professor Giovanni Cioni, ordinario di neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa, e dal professor Fabrizio Ferrari.
La metodica sarà al centro di un corso in programma da domani al 22 settembre al Centro didattico della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Unimore (area Policlinico) a Modena. Il corso vedrà la partecipazione come docenti di medici italiani e di molti medici stranieri.
“Il metodo Prechtl – spiega Ferrari – consiste nella valutazione della motilità spontanea del neonato pretemine e a termine come indice diagnostico e prognostico di paralisi cerebrale infantile. A Modena ogni due anni vengono organizzati un corso base ed un corso avanzato i cui partecipanti provengono da tutto il mondo. E da sempre, una delle priorità nel campo della ricerca portata avanti dalla UOC di Neonatologia prevede studi basati sulla valutazione dei General Movements”.
Complessivamente, la Neonatologia del Policlinico di Modena assiste ogni anno circa 450 neonati prematuri. Nel 2016 i neonati di peso inferiore a un chilo e mezzo ricoverati all’interno della Terapia Intensiva Neonatale sono stati 54 (l’anno prima 83) mentre quelli che alla nascita pesavano meno di un chilogrammo sono stati 25 (37 nel 2015).
Per i bambini di peso inferiore ai 1500 grammi (VLBW) la percentuale di sopravvivenza è passata dal 62,5% nel 1991 al 85.2% nel 2016. Anche per i casi più complessi come i bambini inferiori ai 1000 grammi (ELBW) la speranza di vita a Modena ha segnato progressi davvero significativi. Se nel 1991 la loro possibilità di sopravvivenza non superava il 33,4% nel 2016 ha potuto raggiungere il 68%.
“Il nostro compito– aggiunge Ferrari – non è solo quello di assicurare la sopravvivenza dei nostri piccolissimi pazienti ma soprattutto di offrire loro la migliore qualità di vita possibile. Una volta, quindi, superata la fase acuta della nascita pretermine occorre assicurarsi che lo sviluppo del neonato prosegua al meglio, sia dal punto di vista della crescita, sia da quello dello sviluppo neurologico”.
Al Policlinico è attivo un ambulatorio di follow-up che segue i piccoli pazienti nei primi due anni successivi alla dimissione proprio per assicurarsi che lo sviluppo neurologico del neonato prosegua correttamente. In questo ambulatorio lavorano in equipe tre neonatologi, un fisioterapista della TIN di Modena, un tecnico universitario, un fisioterapista dei servizi territoriali di Neuropsichiatria Infantile e tre psicologi. È in questo ambulatorio che è stata sviluppata e viene applicata sistematicamente la valutazione della motilità spontanea secondo il metodo di Prechtl.
La struttura complessa di Neonatologia si conferma un centro di importanza internazionale dal punto di vista della ricerca, della didattica e dell’assistenza, grazie anche alla certificazione del 2013 come primo centro NIDCAP d’Italia, ilquarto a livello europeo, per l’utilizzo di un innovativo metodo di cura del neonato, che focalizza l’attenzione sul coinvolgimento della famiglia, la personalizzazione del trattamento,la lotta al dolore e allo stress del prematuro. Ne avevamo parlato qui.
Il reparto di Neonatologia gode del sostegno dell’Associazione di genitori, Pollicino Associazione Onlus per il progresso della Neonatologia a Modena che dalla sua nascita ha sempre appoggiato i progetti di formazione del personale e di ricerca.
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