Aveva circa sette anni. Le venne portato dai genitori, disperati. Dopo la morte del nonno, infatti, aveva smesso del tutto di parlare. Nemmeno un sì, un ciao, un grazie uscivano dalla sua bocca. Un “mutismo elettivo”, come lo ha definito ieri sera alla Festa dell’unità di Ravenna la nota psicoterapeuta Maria Rita Parsi, invitata a presentare il suo ultimo libro “Se non ti amo più”.

In quasi due ore di conversazione, uno dei momenti più toccanti è stato quello in cui ha ricordato di quel caso inizialmente molto difficile: “Era già la sesta o settima seduta che facevamo. Le avevo provate tutte, con uno dei due genitori sempre presenti. Finché pensai che potevo agganciarmi a quel piccolo dinosauro in plastica che quel bimbo teneva sempre tra le mani. Gli chiesi se glielo aveva regalato la mamma e fece no con la testa. Gli chiese se fosse per caso stato il papà e di nuovo fece no con la testa. Fino a che provai a chiedergli se glielo aveva regalato il nonno. Lui annuì. E quando gli domandai perché lo portava sempre con sé, mi rispose che i nonni sono i dinosauri del cuore. Fu uno dei momenti più emozionanti di tanti anni di lavoro”.

I dinosauri, non a caso, richiamano le origini e il passato, ha spiegato la psicologa: “E i nonni, al pari, rappresentano le radici delle radici. I bambini devono passare tempo con i nonni, è importante che abbiamo una relazione consolidata con una generazione che non è quella che precede immediatamente la loro. Solo stando con i nonni capiranno il senso del tempo, della fine, avranno a che fare con il lutto e la sua elaborazione, supereranno un giorno l’angoscia di morte”.

E i nonni, secondo Parsi, hanno anche un’altra funzione: “Quella di contenimento rispetto alle fragilità delle famiglie di oggi. Ce ne sono anche di separati, è vero. Ma la maggior parte di loro sta ancora insieme. I bambini si aspettano che siano i genitori, a sbagliare, perché ne scorgono tutti i limiti. Ma dai nonni si aspettano di più”.