“Ogni tanto mi parte l’embolo; è successo con la mia compagna e a volte anche con i bambini. Ci sono momenti in cui non mi rendo conto di perdere le staffe e poi ci sto male. Mio padre si ubriacava e picchiava me e i miei fratelli, non voglio essere come lui”. Filippo, 48 anni, artigiano padre di tre figli, è uno degli uomini che hanno chiesto aiuto al Centro “Liberiamoci dalla violenza” di Modena, la prima struttura pubblica in Italia che accompagna al cambiamento gli uomini autori di violenze contro le donne. Il centro, nato nel 2011, è gestito dall’Azienda Usl ed è cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
Degli 87 uomini incontrati, il 79% sono italiani, l’82% ha almeno un figlio e il 44% ha subito una denuncia da parte della partner. Le categorie sociali rappresentate sono le più disparate: ci sono operai e bancari, insegnanti e liberi professionisti, impiegati e dirigenti.
Come Giuliano, 43 anni, commerciante: “Sono qui perché durante i litigi ogni tanto alzo le mani su mia moglie. Lo so che è sbagliato quello che faccio ma non riesco a trattenermi, dopo mi pento. Capisco che è qualcosa di istintivo e che devo curare. L’ultimo episodio è accaduto un mese fa. Il litigio è partito perché sono rientrato tardi a casa dopo la partita di calcetto e lei mi ha rimproverato. Non la smetteva più di litigare, urlare e lamentarsi, le ho dato un ceffone perché la smettesse, ma è stato talmente forte che è caduta e si è rotta un braccio. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lei ora è satura e la capisco”.
Quella di Giuliano è solo una delle richieste di aiuto raccolte nel quaderno “Il centro Ldv di Modena. Primi esiti di una scommessa” pubblicato dalla Regione.
“La violenza avviene in contesti familiari di apparente normalità – spiega Alessandro De Rosa, psicologo e psicoterapeuta del Centro – ed è con questa ‘normalità’ che dobbiamo confrontarci per comprendere le dinamiche che sono alla base della violenza maschile. La violenza viene agita all’interno della famiglia: all’esterno sono uomini al di sopra di ogni sospetto, integrati nella società, con un lavoro ed una vita sociale appunto nella normalità. Gli uomini che finora ho incontrato hanno commesso delle azioni orribili, ma non sono dei mostri e la maggioranza non ha una personalità generalmente violenta. Occorre distinguere tra persone che hanno comportamenti violenti contro la partner e persone generalmente violente: gli uomini che finora abbiamo incontrato appartengono con grande prevalenza alla prima categoria”.
Nonostante non siano presenti quasi mai psicopatologie negli uomini che si rivolgono al Centro, Paolo De Pascalis, altro psicologo del Centro, ha osservato come tra le cause ci siano spesso l’essere stati testimoni di violenza, la mancanza di cure genitoriali o uno stile genitoriale carente o anaffettivo, familiari abusanti di alcol e droghe o un basso livello personale di frustrazione.
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