La neuropsichiatria infantile si sposta, mamme in protesta a Forlì

Medici in corsia, medico, dottoreGenitori in protesta, a Forlì, dopo l’annuncio – passato in sordina – che l’intera Neuropsichiatria infantile verrà spostata, presumibilmente in settembre, da via Cristoforo Colombo, vicino alla stazione, al quarto piano dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” che si trova invece a Vecchiazzano, a circa venti minuti di macchina.

Ad alzare la voce sono soprattutto le mamme che, per diversi giorni alla settimana, accompagnano i figli con le problematiche più varie a fare fisioterapia, psicoterapia o logopedia. Tra di loro Manuela Domeniconi, che ha un bimbo di cinque anni con una disabilità motoria. Insieme alle altre, oltre ad aprire un gruppo WhatsApp per condividere le motivazioni della polemica, ha lanciato una raccolta firme cartacea e una petizione on-line.

“La vita delle mamme è già complicata per definizione – ha scritto in una lettera aperta – se non un vero gioco di incastri. Le mamme dei bambini speciali incontrano spesso momenti molto difficili per far crescere i propri figli, quindi sembrerebbe naturale non complicare ulteriormente la loro vita”.

Le difficoltà oggettive alle quali, secondo i genitori in questione, le famiglie andrebbero incontro, sono di vario tipo: “L’ospedale è dislocato rispetto alla città di Forlì, scomodissimo da raggiungere se non percorrendo diversi chilometri e affrontando il traffico. Molte famiglie straniere sono senz’auto e dovrebbero affidarsi ai mezzi, con i costi e i problemi logistici conseguenti. Non solo: molti di noi, in Neuropsichiatria, vanno due o tre volte alla settimana, se non tutti i giorni, e perdere il doppio del tempo per le terapie avrebbe una ricaduta pesante sulla già complessa vita familiare e lavorativa“.

Ma le mamme ne fanno anche una questione psicologica e di benessere: “I nostri figli devono già sottoporsi a un martirio quotidiano, quello di andare negli ambulatori per le terapie. Portarli addirittura dentro un ospedale, secondo noi, avrebbe effeti negativi sul piano della loro collaborazione e motivazione. Siamo contrarie al messaggio di un’eccessiva medicalizzazione che un luogo come l’ospedale potrebbe trasmettere “.

Senza contare il problema degli ascensori, di cui i piccoli pazienti hanno quasi sempre bisogno, e che sarebbero utilizzati anche da altri utenti dell’ospedale, e la questione parcheggi, che fuori da un ospedale grande come il “Morgagni-Pierantoni” è sempre delicata: “Siamo preoccupatissime. Abbiamo incontrato il direttore generale dell’Asl e il Comune ma con un nulla di fatto. Vengono prese decisioni sulla nostra pelle, quando siamo già messe parecchio alla prova”.

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