La riscoperta del dialetto, da proporre anche ai bambini, come da tempo si fa ad esempio a Santarcangelo di Romagna, non è sempre e per forza positiva per i bambini. O almeno, dipende dall’uso che ne si fa.
A dirlo è la logopedista Maria Giovanna Roio, che su Modenabimbi ha riposto a una mamma che lamentava un ritardo di linguaggio della sua bambina di 26 mesi, che passa molto tempo con i nonni.
Secondo la dottoressa, “se l’esposizione al dialetto è costante (ad esempio, tutte le volte che passa il tempo con i nonni) non dovrebbero crearsi problemi particolari: diventa una vera e propria seconda lingua e il bambino riesce a differenziare”.
Ma se i nonni usano un italiano alterato dal dialetto, il bambino può effettivamente andare in confusione, anche se “difficilmente può rappresentare una causa primaria del ritardo di linguaggio”.
Se il piccolo è in tilt, dunque, “sarebbe meglio chiedere ai nonni di provare a rivolgersi al nipotino solo in italiano, almeno finché il bambino non superi questo iniziale problema di linguaggio”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta