Numeri impressionanti. Cifre che imbarazzano e che fanno vergognare la chiesa e che, sebbene siano state tenute nascoste a lungo dai religiosi, adesso vengono rese note in tutta la loro drammaticità. Si tratta delle vittime della pedofilia in Australia. Dopo quattro anni di lavoro, l’apposita Commissione federale d’inchiesta ha reso noto che tra il 1980 e il 2015 4.444 persone hanno denunciato abusi sessuali su minori da parte dei preti cattolici.
Il rapporto ha evidenziato che alle accuse e ai sospetti non sono seguite adeguate indagini. “I resoconti sono terribilmente simili – ha spiegato Gail Furness, responsabile della Commissione -. I bambini sono stati ignorati o peggio ancora puniti. Le accuse non sono state esaminate. Preti e religiosi semplicemente rimossi. Le parrocchie dove sono stati spostati non sapevano nulla del loro passato. Il segreto ha prevalso, così come l’insabbiamento”. L’inchiesta ha coinvolto anche il cardinale George Pell, attualmente uno degli uomini più fidati di papa Francesco, dato che ricopre la carica di prefetto dell’Economia. Un portavoce della chiesa australiana ha parlato di “cifre scioccanti, tragiche, indifendibili”.
L’indagine, la più approfondita di sempre in Australia e una delle più accurate e sconvolgenti al mondo, ha riguardato non solo le chiese ma anche enti di beneficenza, governi locali, scuole, organizzazioni comunitarie, gruppi di boy scout, club sportivi e forze dell’ordine e ha stabilito che il 7% dei preti cattolici d’Australia è accusato di aver commesso abusi su minori dal 1950 in poi. L’età media delle vittime è di 10 anni e mezzo per le bambine e 11 anni e mezzo per i bambini.
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