“Lo dico subito: lavoro come macchinista nelle ferrovie. Mestiere che mi lascia molto tempo libero per seguire mio figlio”. Prisco Licciardi sente quasi il dovere di giustificarsi, quando racconta di aver portato a Imola, dove vive con il figlio Marco, vent’anni, autistico, il progetto “Over limits” di Marco Calamai, l’allenatore di pallacanestro che mette insieme persone con disabilità e persone normodotate.
Tutto nasce sei anni fa, quando Marco entra a far gruppo di un gruppo basket e handicap a San Lazzaro di Savena. Un’esperienza che gli porta subito grandi benefici: “Si tratta di basket assistito, basato sull’integrazione tra pari, in particolare sul fatto che disabili e non giocano insieme, fanno gli esercizi insieme, senza differenze“. Dopo tre anni così, Prisco Licciardi decide insieme alla Neuropsichiatria infantile di Imola di portare il progetto anche nella sua città: “Per la maggior parte dei ragazzi spostarsi era scomodo. E così Calamai, di fatto, ci ha regalato il suo metodo“.
Nasce così l’associazione sportiva dilettantistica “Magie over limits”, che alla palestra Paolini-Cassiano di Imola, da un anno e mezzo, vede 12 ragazzi dall’adolescenza in su, tutti con disturbi dello spettro autistico, allenarsi insieme ai sei ragazzi (tre di 14 anni e tre di 19) dell’International Basket Imola: “Il principale beneficio, per gli atleti con autismo, è sul fronte della fiducia in se stessi: passare la palla, muoversi in campo e puntare a un canestro sono attività che aumentano il senso di sé. Senza contare che, per ragazzi abituati a tenere la testa bassa, alzare lo sguardo è già un cambiamento positivo. Per noi genitori, sono passi importanti”.
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