allattamento“Non è stata assolutamente data indicazione di non consentire l’allattamento al seno da parte di visitatrici con bambini”. Questa la risposta del Comune di Bologna sul caso di Chiara Cretella, l’assegnista di ricerca dell’Università di Bologna che il 14 dicembre è stata allontanata da una mostra allestita a Palazzo D’Accursio perché aveva chiesto al ragazzo all’entrata di allattare il suo bambino di cinque mesi.

Il fatto è avvenuto nella sala Ottagonale, dove si tiene la mostra “Wolfango. Le quattro stagioni. Concerto per frutta e verdura” patrocinata dal Comune e realizzata in collaborazione con l’Istituzione Bologna Musei. Per garantire la sorveglianza delle opere l’Amministrazione si è avvalsa di personale dipendente di una ditta esterna “che ha ricevuto la sola indicazione di non far entrare cibi e bevande”.

Ma proprio questo, ribadisce Chiara Cretella, avrebbe ripetuto l’operatore alla ricercatrice: “Non sono ammessi cibi e bevande”, come se appunto il seno potesse essere equiparato a una merendina. “Secondo quanto riferito nel rapporto chiesto dal Comune all’azienda e a differenza di quanto letto sugli organi di stampa – ribadisce però l’Amministrazione – l’operatore non ha allontanato la signora con la motivazione di non introdurre cibi e bevande ma perché non aveva ritenuto opportuno che la signora si sedesse sulla sedia accanto alla postazione di cassa”.

Resta, dunque, l’equivoco. Ma resta soprattutto, secondo Cretella, il vuoto culturale: “Il problema non è certo il Comune ma il singolo individuo, cosa che ho avuto modo di chiarire anche con l’assessora alle Pari Opportunità Susanna Zaccaria”.

Non a caso il Comune ha ribadito che “tutte le mamme che allattano sono le benvenute a Palazzo d’Accursio”.