Manovre sull’addome per espellere il feto. Il primario: “Vietate da trent’anni”

A quante di voi è capitato, durante le ultime fasi del travaglio, che il ginecologo vi abbia esercitato una pressione sull’addome – con la mano, il braccio o l’avambraccio – per facilitare l’espulsione del feto? Succede. Anche se al Careggi di Firenze, dove la 36enne Annalisa Casali è morta la settimana scorsa dopo il parto, è stato per ora escluso che sia stata la manovra di Kristeller ad avere spappolato la milza, portando poi – dopo l’intervento di rimozione dell’organo danneggiato – all’arresto cardiaco. Di testimonianze di mamme che la manovra l’hanno subita, ne abbiamo lette e sentite tante. Anche di recenti. Eppure la manovra è vietata da una trentina d’anni. E a dircelo è Enzo Esposito, il primario facente funzioni al reparto di Ostetricia dell’ospedale di Faenza. 

“Tutte le figure sanitarie – spiega il medico – che hanno a che fare con la nascita sanno che la manovra non va fatta. E che, se proprio è necessaria e il ginecologo esperto la applica, il parto non va registrato come parto naturale eutocico ma come operativo, ovvero un parto nel quale è stato aggiunto un evento che sostituisce parte della fisiologia”.

La mente di Esposito va al Congresso mondiale delle ostetriche di metà anni Ottanta, quando tra i quindici punti emanati, oltre al divieto di radere il pube della donna in vista del travaglio o di usare il clistere prima del parto, era stato sancito anche quello di non ricorrere alla manovra di Kristeller. Pratica poi vietata per esempio in Inghilterra, visti i rischi di lesioni vaginali e perineali, rottura dell’utero, distacco della placenta.

Esposito, che non si pronuncia sul caso del Careggi, non nasconde però che, in casi estremi, la Kristeller si usa ancora, anche in sostituzione alla ventosa: “Un paio di volte all’anno capita anche a me di farla, con delicatezza e con il palmo della mano. La uso, in genere, quando la donna è molto stanca, non collabora più e mi sembra, con la manovra, di aiutarla. A differenza che per altre pratiche come l’episiotomia (l’incisione del perineo per allargare il canale del parto, ndr), che sappiamo quando va fatta, in questo caso non ci sono indicazioni precise. Per evitare errori dico, però, che non andrebbe mai utilizzata”.