Diego Corazza
Diego Corazza

Estate, caldo, sole, voglia di mare e di piscina. Ma come si comportano, i genitori, quando i figli sono in acqua? Dopo il parere di Simona Tarlazzi, coordinatrice dei bagnini di salvataggio sui nove lidi ravennati, lo abbiamo chiesto a Diego Corazza, educatore di Lugo, da sette anni impegnato per la Uisp a seguire i bambini in piscina. Un osservatorio dal quale si è fatto, nel tempo, un’idea abbastanza chiara.
I genitori sono attenti ai figli quando vanno in acqua? O si fidano un po’ troppo?
“Ogni giorno, quando andiamo in piscina, osservo due categorie di genitori: quelli molto apprensivi e ansiosi che non lasciano giocare liberamente il proprio bambino in acqua e quelli che, invece, lasciano troppa libertà. Se nel primo caso l’autonomia dei bambini viene schiacciata dall’ansia e dalle regole troppo rigide dei genitori, nel secondo caso il bambino è esposto a una totale assenza di regole, a una mancanza di attenzioni e quindi ai pericoli. Sono pochi i genitori che cercano di equilibrare le due cose”.
Quali sono i comportamenti comuni più sbagliati, sia da parte dei bambini e ragazzini che dei genitori?
“A volte, quando sono in piscina con i bambini del centro estivo, noto alcuni genitori e nonni che non vedono l’ora di salutare il proprio bambino in acqua. Il problema è quando si instaura un rapporto di eccessiva dipendenza fra il bambino e il genitore e il piccolo smette di giocare con i suoi amici per stare con la propria famiglia. Trovo sia giusto dimostrare al bambino il proprio affetto ma anche renderlo più libero di giocare con gli altri bambini in acqua e costruire le proprie amicizie”.
Mai viste situazioni “a rischio”?
“No, i bambini sono molto controllati dai bagnini. Anche troppo, in certi casi. Come quando fanno un tuffo e subito vengono ripresi con il fischietto”.
Ci vorrebbe un’educazione alla piscina o comunque all’acqua? 
“Sarebbe importante inizialmente aiutare i bambini a familiarizzare con l’acqua. Al centro estivo vediamo bimbi terrorizzati che non vogliono assolutamente entrare in piscina. Secondo me è importante che i bambini giochino da quando sono molto piccoli con l’acqua, che vadano sotto e imparino a fare la bolle, esercizi che sono la base per la respirazione. Non bisogna pretendere di più”.
I bimbi molto piccoli vengono tenuti troppo a lungo in acqua o stare molto in piscina li rende più acquatici, quindi è un bene?
“I tempi variano da individuo a individuo. Non c’è una tempistica uguale per tutti. Ci sono bambini che possono stare anche due ore continuate, altri che vanno seguiti di più o fatti uscire prima”.