
A chi pensa sia gelida e stia sempre sulle sue, Mascia Ferri risponde di essere semplicemente molto riservata: “Do poca confidenza alle persone, per quanto io sia da sempre abituata a lavorare a contatto con il pubblico”. Concorrente della seconda edizione del Grande Fratello (correva l’anno 2001 e i partecipanti, prima di entrare nella “casa”, rimasero chiusi in hotel una settimana a causa dell’attentato alle Torri Gemelle), oggi la 43enne ravennate gestisce insieme al marito, Cristiano Ricciardella, tre attività: lo Chalet dei giardini pubblici e i due locali America Graffiti e Cinepizza al Cinemacity. Mascia è anche mamma di due bambine, Nina di nove anni e Lola di tre e mezzo. E se non fosse per baby sitter e nonni, difficilmente lavoro e maternità sarebbero stati conciliabili: “Ho la fortuna di avere qualche aiuto, di sapermi organizzare. In ogni caso, mai rinuncerei alla mia realizzazione personale. Come mamma sono dolce e allo stesso molto rigida, tengo molto alle regole e a preservare la mia vita di coppia. Sento genitori scandalizzarsi perché un bambino dorme qualche sera dai nonni. Non ci vedo nulla di male. Dopo dieci anni di matrimonio, siamo ancora qui grazie a questo. La sera le mie figlie alle nove dormono, non transigo: così posso mettermi sul divano a guardare un film con Cristiano “.
Lavorare con il marito – che sposò nella chiesa di San Giovanni Evangelista di Ravenna, in abito nero, nel dicembre del 2006, incinta di Nina – per Mascia non è una passeggiata. Ma i loro caratteri aiutano: “All’inizio, quando io ero quella che doveva imparare e lui l’esperto, visto che in questo settore c’è da vent’anni, mi sentivo un po’ la scolaretta. Dopo un po’, quando ci ho preso la mano, gli ho chiesto di poter sostenere l’esame. Ormai mi sentivo sicura. Così gli equilibri sono tornati: credo che abbiamo molte affinità come persone. E sul lavoro serve eccome. Siamo molto diversi e ci compensiamo: lui è più socievole, io più fredda. Ma quando c’è da arrabbiarsi e tirare fuori il carattere, lui è forse più tosto di me. Credo che ci dia una mano anche il fato di staccare la spina non appena entriamo in ascensore, a casa: le bambine sicuramente ci distraggono e ci impediscono di concentrarci sul lavoro anche quando siamo in famiglia“.
Nessun rimpianto, per Mascia, rispetto alla carriera televisiva: “Dopo il Grande Fratello, per due anni ho girato con le guardie del corpo. Da Roma in giù, era impossibile andare: la gente mi riconosceva, mi si appiccicava addosso, chiedeva foto e autografi. A me che fino a qualche mese prima non ero nessuno, solo una ragazza di 28 anni che andava a dormire alle sei di mattina dopo aver lavorato di notte al Pineta. Sono sempre rimasta con i piedi per terra, non mi sono mai montata la testa: sono abituata a vivere di cose concrete e dopo qualche anno, dopo aver fatto le esperienze di ‘Quelli che il calcio’, ‘Lucignolo’ e ‘On the road’, ho scelto di lasciare. Vivevo sempre sul chi va là, con il rischio di rimanere senza lavoro per mesi e mesi”.
Esperienze, quelle nel mondo dello spettacolo, che però rifarebbe: “Ero giovane, mi sono capitate le occasioni e le ho vissute. Al provino del Grande Fratello andai per accompagnare un’amica. Fu il regista, oltretutto forlivese, a insistere perché entrassi anche io. Alla fine presero me e non lei. Cosa che ha messo fine a quell’amicizia”. Oggi c’è ancora qualcuno che la riconosce come concorrente del Grande Fratello: “A me fa molto sorridere, è successo molti anni fa e non sono più quella ragazza biondo platino, aggressiva e formosa. Quando mi chiedono un selfie un po’ m’imbarazzo, io non ho nemmeno il profilo Facebook. Sui social ci sono alcune pagine a mio nome ma non sono state aperte da me: ho segnalato più volte la cosa ma non sono state rimosse”.
L’ex “pantera” (così veniva chiamata durante il GF) oggi si definisce una creativa: “Mi piace, insieme a Cristiano, pensare a esperienze nuove, creare ed evolvermi. Sogniamo di fare un’esperienza all’estero, anche per dare una possibilità in più alle nostre figlie. Non lo escludiamo, anche se siamo molto legati a Ravenna e ai nostri genitori”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta