Come una grande famiglia quasi 500 volontari dell’Istituto oncologico romagnolo si sono riuniti questa mattina al centro congressi di Bellaria, assieme ai ricercatori e medici dell’Irst-Irccs per fare il punto sugli obiettivi raggiunti e ragionare sulle sfide future. Un famiglia nata 37 anni fa in una terra con un triste primato, il più alto tasso di mortalità contro il cancro e con una missione nobile, essere a fianco dei pazienti e delle loro famiglie perché nessuno deve affrontare il cancro da solo.
Il professor Dino Amadori, presidente Ior, ha ricordato come negli anni ’70 fosse impossibile per gli oncologi garantire un’adeguata terapia ai pazienti e quanto sia stato fondamentale creare una organizzazione di iniziativa popolare che valorizzasse i sapere e i territori. Gli investimenti dello Ior, infatti, in questi 37 anni sono stati indispensabili, pari a 65 milioni di euro e hanno cambiato il volto delle oncologie romagnole. Lo Ior ha sostenuto l’organizzazione di oltre 175 convegni scientifici, molti di caratura nazionale ed internazionale, oltre 235 borse di studio in favore di medici oncologici, oggi stimati professionisti in Italia e all’estero. Lo Ior ha ideato e ha partecipato alla realizzazione dell’Irst Ircc di Meldola. Ad oggi ha assistito gratuitamente oltre 40mila pazienti oncologici con vari progetti e oltre 135mila studenti hanno partecipato ai corsi sulla prevenzione, sui corretti stili di vita condotti dalle biologhe dello Ior nelle scuole romagnole. Ma tutto questo è stato possibile grazie all’instancabile lavoro dei volontari Ior, che donando una parte del loro tempo, donano una parte della loro vita agli altri e non c’è nulla di più importante.
Le sfide future dello Ior e dell’Irst, sono state descritte nel simposio tra il professor Dino Amadori, il dottor Secondo Folli, responsabile Senologia Forlì, il dottor Giorgio Ercolani, responsabile Chirurgia Forlì, il dottor Piergiorgio Solli, responsabile Chirurgia toracica Forlì e il dottor Angelo Campobassi, direttore Chirurgia maxillo-facciale Cesena. Un lavoro multidisciplinare che vede Ior e Irst insieme all’Ausl Romagna garantire un livello qualitativo assistenziale di prim’ordine e che sta portando avanti progetti sperimentali all’avanguardia.
Le psicologhe dello Ior, Elena Samorì e Elisa Ruggeri hanno raccontato l’esperienza dei volontari presso il day hospital di Rimini e Faenza e di come la loro presenza sia importantissima per i pazienti e i loro famigliari. Infatti i loro sorrisi e l’ascolto attento e premuroso diventano ogni volta un punto di riferimento per tutte le persone che si trovano nel difficile periodo della battaglia contro il cancro.
Roberta Pericoli, responsabile Oncoematologia pediatrica di Rimini, ha portato la testimonianza del suo importante lavoro presso il reparto, nel quale vengono assistiti i bambini e adolescenti, provenienti da tutta la Romagna, costretti a combattere la malattia oncologica. Lo Ior e l’Irst si sono impegnati a sostenere questo importante lavoro per garantire una maggiore assistenza.
Per la prima volta è stato presentato il premio Annual Ior Award per valorizzare le persone e le aziende che hanno creduto nello Ior sostenendo i suoi progetti. Vincitore della prima edizione del premio è stato Luca Panzavolta, amministratore delegato Commercianti Indipendenti Associati Conad. Il viaggio dentro le emozioni è continuato con la testimonianza di Alessandra Bollini, una delle nove Testimonial Ior scelta per la campagna di sensibilizzazione “Vicino – Insieme – Anch’io” che ha coinvolto medici, volontari ed ex pazienti per coinvolgere la cittadinanza nella lotta comune contro il cancro e unendo tutta la Romagna in un abbraccio solidale. Ospiti d’onore, Maria Amelia Monti e Stefania Casini, che con “Tumorate di Dio”, hanno raccontato il loro lungo viaggio attraverso l’esperienza del cancro che ha segnato entrambe.
Al termine degli interventi Dino Amadori ha ringraziato tutti i medici e ricercatori che ogni giorno lottano contro il cancro e tutti i volontari che si impegnano a garantire sempre nuove risorse in favore della ricerca e della cura, ad assicurare una carezza e a regalare un sorriso ai pazienti oncologici per dimostrargli che non sono soli in questa loro difficile battaglia. Infine ha ricordato come, grazie al lavoro di squadra in questi 37 anni, oggi la Romagna ha il tasso di sopravvivenza dal cancro più alto della media europea ed italiana. Molto è stato fatto, c’è ancora molta strada da percorrere, ma oggi abbiamo la certezza che insieme l’impossibile diventa possibile.
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