Alcune frasi pronunciate in un contesto più ampio che già di per sé presupponeva riflessioni meditate e non banali è stata estrapolata e riproposta sui social network dove si si è scatenato un putiferio. Così Corrado Augias si è ritrovato al centro di un caso mediatico originato dalla vicenda della piccola Fortuna Loffredo.
Parlando in tv a La7 del caso della piccola stuprata e uccisa il 23 giugno 2014, l’ottantunenne scrittore e giornalista, premettendo il suo sdegno per il delitto e chiarendo di non voler in alcun modo fornire un’attenuante, ha detto: “Non avevo mai visto una bambina pettinata e conciata in quel modo, ma non voglio suggerire che il suo aspetto abbia potuto sollecitare il pedofilo che l’ha uccisa”. Ed ancora, rivolto al conduttore della trasmissione: “Guardi i boccoli che cadono… Questa è una bambina che a 5-6 anni si atteggia come se ne avesse sedici o diciotto. Questo stridore mi fa capire che anche lì si erano un po’ persi i punti di riferimento“.
Un’uscita che è stata considerata di cattivo gusto e che ha provocato un’ondata di indignazione sui social network. In breve Augias è stato fatto oggetti di critiche, insulti e offese, quasi come se fosse l’assassino. Il giornalista ha poi affidato all’Huffington Post la sua replica: “Ancora una volta si conferma il fatto che la comunicazione nei social è grezza e approssimativa“. Augias ha specificato che il suo “ragionamento complesso” ha avuto origine da una foto dove la piccola Fortuna è ritratta con alle spalle un’immagine di padre Pio. L’autore di Inchiesta su Gesù ha aggiunto: “In quella foto è drammatico il contrasto tra la statua di un santo e una bambina abusata due volte, una dal suo carnefice e una dall’ambiente sociale nel quale ha consumato un’infanzia perduta“. Quindi, ha ribadito le sue considerazioni sulla madre della bambina: “Una mamma che pettina la figlioletta di 5 anni come se ne avesse 18 è una donna che ha perso i riferimenti e, tra questi, la capacità di comprendere il sacro. Mi ha fatto pensare a quei mafiosi che si circondano di immaginette e simboli cristiani, senza poi materialmente seguire gli insegnamenti morali di quei simboli”.
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