“Accendere”. Gli studiosi hanno usato proprio questo verbo per dire che effetto fa la voce della mamma sul cervello dei bambini. Appunto, lo accende. A definire la relazione è una ricerca della Stanford University School of Medicine, appena pubblicata su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences). E ci perdonino i medici ma questo un po’ lo sapevamo per esperienza diretta; alzi la mani chi da piccolo non si è ‘acceso’ quando la mamma lo ha ripreso con decisione e apprensione (e chi, care mamme, non lo fa con i propri figli): “Giulioooooooo! Dove seeeeeeei? Cosa faaaaaaaaaaaai? Attentoooooo!”.
Vabbè, scherzi a parte c’è oltre all’aspetto scientifico ci preme sottolineare ancora una volta il legame emotivo, unico, indivisibile e specialissimo, che si instaura tra le mamme e i loro piccoli. La voce di quell’essere meraviglioso risveglia i sensi dei figli: il loro cervello, come ha dimostrato un esperimento condotto tra bambini tra i 7 e i 12 anni, si mette in moto coinvolgendo tutte le sue aree, da quella uditiva (la corteccia uditiva primaria) a quelle che gestiscono le emozioni (l’amigdala), fino a quelle coinvolte nella percezione ed elaborazione dei volti. Con gli estranei non succede così. E i babbi? Ah, la ricerca non dice niente. Ognuno la interpreti un po’ come vuole…
Questo lavoro, spiegano i ricercatori, può fornire nuovi spunti per studiare i deficit di comunicazione nei bambini, come ad esempio avviene nell’autismo.
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