“I pediatri di famiglia italiani dovranno inserire nei bilanci di salute anche la situazione andrologica, che verrà monitorata tramite la compilazione a età prestabilite di una scheda andrologica”. A renderlo noto è Matteo Sulpasso, ideatore dell’iniziativa, in vista del Congresso della Società italiana di andrologia che si terrà dal 28 al 31 maggio e durante il quale saranno presentate cinque regole per salvaguardare la fertilità dei propri figli. E cioè: eseguire i controlli, prestare attenzione all’abuso di alcool, droghe, fumo e doping sportivo, curare l’alimentazione e l’attività fisica, evitare l’eccesso di calore a livello dello scroto (anche un pc sulle gambe provoca un aumento della temperatura, preferire intimo di cotone ed evitare pantaloni con il cavallo stretto), limitare l’esposizione agli inquinanti.
I dati non sono incoraggianti: circa la metà degli adolescenti ha almeno un problema andrologico, che spesso sfocia in infertilità maschile e che negli ultimi venti anni ha raggiunto valori preoccupanti. Il 40% dei casi di sterilità maschile sono causati dal varicocele. Oggi in Italia circa 250-300mila coppie devono far i conti con l’infertilità e nella metà dei casi dipende proprio dall’uomo. “Per questo parte un progetto di prevenzione andrologica nell’età evolutiva, che coinvolgerà anche i pediatri italiani” annuncia Giorgio Franco, presidente Sia.
Nel corso del Congresso sarà presentato anche un progetto pilota, partito nel Lazio su 600 ragazzi tra 15 ed i 19 anni. In circa 6 su 10 è stata riscontrata una o più patologie andrologiche. Eppure un programma di prevenzione potrebbe non solo contrastare l’infertilità ma anche portare un risparmio di 76milioni entro il 2025.
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