Prove Invalsi, il maestro: “Un’assurdità. Io sciopererò”

Quaderni scuolaIl 4 e il 5 maggio, in tutta Italia, gli alunni saranno sottoposti alle tanto discusse prove Invalsi, i quiz standardizzati utilizzati da qualche anno per valutare il sistema dell’istruzione. I test riguarderanno le seconde e quinte elementari, le prime e terze medie e le seconde superiori. Tra i maestri “contro” c’è Bruno dal Pane della primaria “Pasini” di Ravenna, che sabato 16 aprile sarà tra i protagonisti di un incontro ad hoc in programma dalle 10 alle 12 al Mama’s club (via San Mama 75). Un convegno-dibattito al quale parteciperanno anche Gianluca Gabrielli, maestro di scuola primaria e redattore della rivista on-line “Quando suona la campanella” e Silvia Travaglini, una della mamme dell’Associazione Genitori Arci.
Dal Pane, come si svolgono le prove Invalsi?
“Sono test a risposta multipla, uno per matematica e uno per italiano. I bambini li eseguono sul cartaceo, senza alcun tipo di aiuto. Sono prove anonime ma in qualsiasi momento si può risalire all’identità dell’alunno tramite una serie di codici. Prima dello svolgimento, poi, anche la famiglia compila una scheda con dati e risposte molto personali (numero di libri che ci sono in casa, mestiere) che non viene abbinata direttamente al quiz del figlio ma è comunque rintracciabile. I dati, poi, vengono tabulati e inviati al sistema Invalsi”.
Da insegnante elementare, lei che valutazione dà ai test?
“Molto negativa. Il lavoro che si fa alla scuola primaria è prima di tutto soggettivo e relazionale ed è all’interno di questo che ruota la didattica, che è formativa e non informativa. Le prove Invalsi valutano aspetti che nella migliore delle ipotesi possiamo considerare marginali e sui quali, invece, viene fatta la valutazione prioritaria. Il fatto stesso che si intervenga solo due aree disciplinari, per quanto importanti, la dice lunga sull’assurdità del tutto. L’interdisciplinarietà, infatti, dovrebbe essere ormai un dato di fatto”.
Molti insegnanti, da mesi, stanno preparando gli alunni all’appuntamento con le Invalsi. Lei, invece?
“Io mi rifiuto di stravolgere la mia didattica in funzione delle Invalsi. Noi insegnanti siamo sottoposti a enormi pressioni da parte dei dirigenti scolastici, perché purtroppo la valutazione dell’istituto comprensivo avviene sulla base dei quiz. Ai miei alunni ho detto che faranno una prova alla quale non sono abituati ma che non devono affatto preoccuparsi”.
Non ci si può ribellare, in qualche modo?
“Dal canto mio sciopererò. Ma credo che la protesta più grande la si possa fare rifiutando di modificare il proprio modo di fare scuola”.
E i genitori, che cosa possono fare?
“Lasciare a casa i figli nei giorni delle prove. Non dico di farlo, dico che è una possibilità. Ai bambini non cambierà la vita se non svolgeranno i quiz”

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Commenti:

  1. Insegnante scuola primaria, classe 2 (sottoposta prove invalsi ).Quest’anno ho rifiutato di somministrare e tabulare le prove. Ho invitato i genitori ad informarsi sulle prove e poi a decidere in piena autonomia. Probabilmente ci saranno numerosi assenti (se non tutti) in quei due giorni. Purtroppo a parte un altro insegnante (mio compagno) NESSUNO ha seguito il mio esempio, anzi….

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