Professione: mamma (per gli altri). “Ecco come affitto l’utero”

Gravidanza E’ figlia di immigrati italiani ed ha trovato il suo business in California: l’utero. Dopo averlo affittato per due volte, ha cominciato a pensare in grande ed è diventata direttrice di una grande agenzia per la maternità surrogata, la ‘Sai’, Surrogate Alternatives Inc. Quarant’anni, ex casalinga, Anna Miranda ha intercettato la domanda in costante aumento: solo negli Stati Uniti questo tipo di gravidanze sono circa 2mila l’anno con un incremento del 20%. Come racconta l’agenzia Ansa in un suo speciale, sette coppie richiedenti su dieci eterosessuali, ma ci sono anche coppie gay e uomini single. Una richiesta su dieci arriva dall’Italia. Il prezzo? Negli Stati Uniti può arrivare fino a 120mila euro, mentre nei Paesi del Terzo mondo cala drasticamente.

La Miranda ha avuto due bambini dall’ex marito e altri tre come madre ‘surrogata’: nel 2003, a 28 anni, di una bambina e di una coppia di gemelli nel 2005. Una decisione presa da quando sua sorella è stata costretta ad adottare un bambino non potendo avere figli. Poi si è messa in affari fino a diventare direttrice dell’agenzia Sai. Dice che l’insegnamento più grande dei suoi genitori è “la famiglia è tutto”, ma, da perfetta donna d’affari, ribadisce pure che “le esigenze del cliente sono sempre al primo posto”. E gli affari vanno a gonfie vele: la Miranda ha portato a termine 2.500 combinazioni di surrogazioni e donazioni di ovuli.

L’identikit della mamma surrogata ideale? Alla Sai dicono che i clienti la vogliono non fumatrice, sui 25 anni, preferibilmente sposata e con, al massimo, due cesarei alle spalle. Il rapporto che si crea fra i genitori naturali, la madre surrogate e i bambini spesso si mantiene negli anni fino quasi a formare una famiglia allargata, fanno sapere alla Sai. Si tratta, dicono, di “un legame che cresce durante i preparativi e spesso diventa amicizia”.

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