“Tua madre è una strega cattiva”. Assolta dalla Cassazione

stregaMorgana, Viviana, Amelia, Nocciola, Maga Magò, Samantha, Circe, Medea. Se c’è qualche donna che non vi va particolarmente a genio, potete apostrofarla con tutti i nomi i nomi di streghe che vi vengono in mente. O, più semplicemente, chiamarla direttamente strega. Anzi, strega cattiva. Probabilmente nessuno vi punirà perché adesso c’è un autorevole precedente giuridico. Si tratta della sentenza 10426/2016 della Cassazione: una pronuncia di assoluzione nei confronti di una donna di Belluno che si era rivolta al figlio minore (tre anni) della ricorrente apostrofando così la madre: “Stai lontano da questa casa perché qui abita una brutta strega cattiva”.

Apriti cielo! La sedicente fattucchiera, come informa lo Studio Cataldi, rivista on line di approfondimento giuridico, si era sentita offesa nell’onore e nel decoro e aveva trascinato in giudizio l’altra donna. Ma le è andata male. Molto male, nonostante abbia avuto il tempo e i soldi per arrivare fino al terzo grado di giudizio (tutto per una ‘strega cattiva’: la litigiosità di certe persone è sorprendente): la condotta, a parere dei magistrati, non può essere ricompresa sotto il reato di ingiuria (per altro depenalizzato dallo scorso 6 febbraio). La corte ha messo in luce che “l’impiego concreto” delle espressioni utilizzate dalla donna “nel colloquio intervenuto con un bimbo di tre anni” è “privo di effettivo carattere offensivo”. Per questo motivo il ricorso è inammissibile, la strega catt… ehm la donna è stata condannata al pagamento delle spese processuali e ad una multa di mille euro. A questo punto non le resta che il sortilegio. Tremate, tremate…

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