“Il prof d’italiano, all’occorrenza, può essere Mago Merlino e Fata Morgana, così come tossicologo e ingegnere meccanico”. Ilaria Cerioli e Luana Vacchi, vicepreside e docente del “Ginanni” di Ravenna, commentano così – con ironia tagliente – la circolare che il Miur ha fatto arrivare nei giorni scorsi nelle scuole italiane. Laddove si dice che, nell’organizzare i viaggi di istruzione i docenti devono accertarsi delle condizioni di salute del conducente e dello stato del mezzo di trasporto.
Una novità che i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno definito “folle”, visto che esula del tutto dalle competenze dei prof. Cosa che anche Cerioli e Vacchi ribadiscono a chiare lettere: “Come sempre si aggiungono nuove responsabilità ai docenti, in particolare a quelli più dinamici, che già si impegnano nel trovare itinerari, motivazioni, collegamenti con gli argomenti di studio e che lavorano nel preparare le classi all’uscita didattica o al viaggio di istruzione. Il docente, inoltre, ha la responsabilità dei giovani che accompagna. Se sceglie questo ruolo, riconosce al gruppo di studenti e studentesse la fiducia e la vivacità culturale necessarie per un momento diverso di crescita e apprendimento. Sarebbe opportuno, quindi, che la diligenza e l’integrità degli autisti e la sicurezza dei veicoli fossero accertati e convalidati con documenti formali dalle aziende che accettano questi servizi per le scuole di qualsiasi ordine e grado. Non certo da noi“.
Della stessa idea Livia Santini, prof d’inglese alle medie di Alfonsine (la stessa che ha creato il “reparto” di rianimazione letteraria all’ospedale di Ravenna): “Tutti gli anni, a settembre, mi ripeto che no, basta gite: troppa fatica, troppe responsabilità. Poi arriva l’immancabile mese di novembre in cui si formalizzano le adesioni per le gite e gli studenti cominciano a chiederti timidamente se li porti in viaggio d’istruzione perché ci tengono molto. Anche io, a dire il vero, ci tengo molto. Pare masochistico accompagnare i ragazzi in gita ma a volte le emozioni che si vivono, e che anche gli studenti ti riportano, superano la fatica”. Peccato che la circolare dei giorni scorsi sia per Livia Santini fra il poliziesco e l’assurdo: “Posto che non sono un medico ma solo una docente di lingue, in che modo dovrei accertarmi che il conducente è sobrio e non fa uso di sostanze stupefacenti? Prendendogli un campione di saliva con una scusa appena sale sul veicolo? Inoltre, dovrei tenere gli occhi fissi sul tachimetro per rilevare la velocità del veicolo, oltre a controllare se dispone di estintore, se ha le gomme a posto…”.
Richieste, secondo la prof, imbarazzanti: “Ora, io in gita vado pressoché gratis, il che non mi esime certo dall’essere responsabile sia civilmente che penalmente dei miei alunni. Ma che mi venga anche caldeggiato se non imposto di fare il revisore di mezzi e il medico accertatore dello stato di salute del conducente mi sembra davvero troppo. Vorrei invitare il gentile funzionario alla nostra gita. Tornerebbe a casa felice e andrebbe diretto a stralciare la sua nota che a mio parere è totalmente impraticabile”.
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