Le studentesse universitarie fuori sede aiutano i bambini a fare i compiti


Quaderni scuola“Regolamento per i beni comuni”
. Detto così, ha il sapore di qualcosa di molto burocratico. Eppure, nella pratica, consente a singoli cittadini, associazioni, gruppi e comitati di mettersi a disposizione per fare qualcosa di buono per la città. Il Comune di Ravenna, sull’esempio di Bologna, ha redatto il regolamento lo scorso luglio. Tra dicembre e gennaio, all’ufficio Partecipazione, di proposte ne sono arrivate sedici. Per ora, ne sono state selezionate cinque.

Una di queste, che con le altre verrà presentata in una cerimonia ufficiale in programma in Comune il 18 febbraio (ore 14,15), riguarda i bambini e le bambine, sia italiani che stranieri, che vivono nel quartiere adiacente alla stazione o in altre zone. Lo hanno presentato sette studentesse fuori sede del corso di laurea magistrale in Cooperazione internazionale dell’Università di Ravenna. Due pomeriggi alla settimana, nella sede di CittA@ttiva (via Carducci 23) si metteranno a disposizione degli alunni della scuola primaria per attività di sostegno ai compiti e laboratori creativi, artistici e didattici. Il tutto, ovviamente, a titolo gratuito. L’idea è nata dal fatto che quasi tutte le ragazze vivono in zona Giardini Speyer e conoscono bene, quindi, le criticità ma anche le risorse del quartiere: il loro lavoro, oltre che mirato all’aiuto scolastico, sarà finalizzato all’integrazione.

Finalità che cercherà di perseguire anche il secondo progetto approvato: quello della cooperativa “Persone in movimento” che impegnerà dieci richiedenti asilo politico nella sistemazione del parco pubblico di via Capodistria. Al verde si dedicheranno anche i soci di “Oltre il giardino”, al lavoro nel parco “Franco Basaglia” che si trova davanti al Centro di salute mentale a Ponte Nuovo. Alla cura e manutenzione si dedicheranno poi gli ortisti di via Pag, che si sono proposti di curare le installazioni create sulla banchina della Darsena per la candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura. Un progetto più complesso sarà invece quello dell’associazione “Classe archeologia cultura”, al lavoro sul recupero della memoria e la creazione di un museo all’aperto nel parco e nell’edificio un tempo dedicato alle attività di carico e scarico nell’area dello zuccherificio.

In ognuno dei casi, tra cittadini e Comune, viene firmato un patto di collaborazione lungo in genere un anno (ma rinnovabile) dove i primi si assumono l’impegno proposto e il secondo concede agevolazioni, permessi, contributi economici nel caso servano, pubblicità alle iniziative, copertura assicurativa.

 

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