L’avvocato di Selen: “Sul divorzio breve non ho voluto battere alcun record”

L'avvocato Marina Di Molfetta
L’avvocato Marina Di Molfetta

Se tutto va come deve andare, nel giro di due o tre mesi Luce Caponegro, l’ex attrice hard Selen oggi imprenditrice, sarà a tutti gli effetti divorziata dal terapista olistico Antonio Putorti, con il quale si è sposata nel 2012. Lo spiega l’avvocato Marina Di Molfetta, che aveva seguito la coppia nel percorso di separazione (i due sono comparsi davanti al presidente del Tribunale di Ravenna nel novembre 2013) e che continua ad assisterla nella strada verso il divorzio breve, la novità legislativa appena entrata in vigore e di cui molto si parla in questi mesi. È di appena due giorni fa la notizia che Luce Caponegro, oggi titolare di un centro estetico, è stata la prima a Ravenna a presentare richiesta per la formula rapida. Meglio, lo ha fatto il suo legale, che dopo le notizie uscite sui media tiene a precisare alcuni dettagli. In primis il fatto che non ha voluto battere alcun record: “Sono andata nei normali orari di cancelleria. Se avessi voluto battere tutti sul tempo, avrei optato per un deposito telematico pre-apertura. Insomma, nessuna intenzione di essere la prima in Italia”.
Avvocato, quindi è stato un caso che lei sia arrivata per prima in cancelleria martedì mattina?
“Sì, sapendo che questa riforma era attesa da anni (tanto da essere stata approvata a larghissima maggioranza), temevo che avrei trovato la fila, che invece non c’è stata. Fin dalla separazione, Luce mi aveva espresso una certa fretta: è una persona di cuore e piuttosto istintiva, propensa a chiudere velocemente i capitoli della sua vita, quando siano finiti, per potervi rimettere ordine, anche mentale. Come donna, la capisco. Tempo fa, scherzando, mi aveva citato di persone che andavano addirittura all’estero per poter divorziare in fretta. Ma io l’avevo rassicurata che anche in Italia, prestissimo, ci sarebbe stata questa possibilità. E così, quando la riforma è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, abbiamo preparato il fascicolo in attesa dell’entrata in vigore. Che poi a Ravenna sia stata la prima, è stata una coincidenza”.
La separazione era già stata consensuale?
“Sì, Luce e Antonio sono due persone intelligenti, ragionevoli e civili. In quanto tali, sanno che non aveva senso farsi la guerra. Io stessa, come avvocato, cerco sempre di invitare i coniugi che si rivolgono a me a trovare un accordo. Trovo inutile e deleterio aumentare la conflittualità, magari per un puntiglio, soprattutto dove ci siano figli. Quando una storia è finita, al di là dei torti reciproci, ritengo si debba trovare la soluzione più giusta, equilibrata, tutelante e, soprattutto, che eviti – per quanto possibile – prolungati tormenti emotivi ai coniugi e ai figli. Per farlo, penso sia necessaria la guida di un professionista competente, ma anche (vista la delicatezza della materia) dotato della giusta sensibilità. Per questo ritengo ancora insopprimibile e centrale il ruolo dell’avvocato in queste procedure, sebbene recenti riforme (tipo il cosiddetto ‘divorzio facile’) mirino ad escluderne la presenza. Occorre anche sempre spiegare che la separazione è una fase intermedia nella quale persiste il legame coniugale e, con sé, anche diritti/doveri reciproci, con significativi risvolti in merito ad aspetti quali diritti ereditari e reversibilità, solo per citarne alcuni, che si recidono solo con il divorzio”.
Erano troppi tre anni di tempo per poter arrivare al divorzio?
“Erano oggettivamente troppi, tanto da portare alcuni a ‘dimenticarsi’ di farlo (magari perché non è ben chiara a tutti la differenza dalla separazione oppure per evitare di riaccendere, dopo anni, un dolore ormai sopito): molti separati, in un lasso di tempo simile, si sono anche già fatti una nuova famiglia. Pensi che, in passato, mi sono occupata di un caso in cui un uomo ha ereditato una casa dell’ex moglie, dalla quale era separato da quasi vent’anni e che non vedeva da una vita. Lei, nel frattempo, aveva avuto figli con un’altra persona. Un’assurdità, se ci si pensa”.

Luce Caponegro
Luce Caponegro

Quando è stata fissata l’udienza per Luce Caponegro e il marito?
“Mi aspettavo che me lo comunicassero martedì, al momento del deposito, come normalmente accade, ma così non è stato. Se dovesse seguire i tempi di fissazione delle procedure ‘ordinarie’, dovrebbe andare verso luglio. Il che significherebbe nel giro di un paio di mesi, e solo un anno e mezzo dopo la separazione, anziché i tre anni precedentemente previsti. In realtà, essendo stata la loro una separazione consensuale all’epoca, se questa legge fosse entrata in vigore prima, Luce e Toni avrebbero potuto accedere al divorzio dopo soli sei mesi, cioè l’estate scorsa”.
Che cosa pensa della nuova legge?
“Credo fosse una riforma necessaria: sei mesi/un anno per fare richiesta è un tempo giusto, purchè non si arrivi alle aberrazioni da serial americani in cui ci si sposa e divorzia con estrema leggerezza: il matrimonio deve essere una cosa seria. Ritengo che la fase intermedia della separazione sia opportuna anche per consentire alle coppie di maturare il cambiamento (spesso drastico) e a prendere decisioni più lucide e razionali, tenendo a bada l’impulsività che caratterizza il momento della rottura e, a volte, a evitare decisioni drastiche. Conosco coppie che durante la separazione sono tornate non solo a parlarsi, ma persino a stare insieme”.

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Commenti:

  1. Sono lieto che si siano ridotti i tempi del divorzio. Proporrei, però, che si allungassero… quelli necessari per il matrimonio, per evitare che se ne faccia un uso così squinzio e discutibile anche per i riflessi economici sulla società che il contratto di matrimonio comporta.

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