Gita in caserma, i bambini giocano a sparare. La protesta di un papà

bimbi armi pistola“Ma cosa vuoi che sia”, “alla fine i bambini si sono divertiti”. Franco Ferrario se li ricorda ancora i commenti dei genitori dei compagni di scuola di suo figlio. E ancora oggi si sente criticare per aver voluto gettare fango sull’istituto, mettendo in difficoltà anche il suo bambino. Lui, però, resta convinto che la gita che durante lo scorso anno scolastico ha portato gli alunni dalla prima alla quinta della primaria di Rocca San Casciano alla Caserma “De Gennaro” di Forlì sia un non senso: diseducativa e fuori luogo.

E per questo ha lanciato una petizione on-line per chiedere ai ministeri della Difesa e dell’Istruzione che nella scuola vengano promossi percorsi didattici di educazione alla pace e di risoluzione non violenta dei conflitti e sia condannata ogni iniziativa che coinvolga i bambini nell’uso delle armi. Quest’ultimo, infatti, è il motivo che ha fatto più arrabbiare Ferrario: “Quando ho saputo che i compagni di mio figlio, che l’anno scorso frequentava la quarta, sarebbero andati a visitare la caserma, ho deciso di tenerlo a casa. Ma la mia opposizione sarebbe finita lì se non avessi scoperto, una volta fatta la gita, che agli alunni sono state messe in mano delle armi a pallini per cimentarsi in una sorta di tiro al bersaglio”.

Il papà ha chiesto spiegazioni alla dirigenza della scuola, anche grazie al consiglio d’istituto nel quale è stato eletto. E ha scoperto che nemmeno gli insegnanti sapevano che i bambini avrebbero giocato a sparare: “La gita è stata offerta da un militare che vive in zona e la scuola, per non opporsi, ha semplicemente aderito. Non ho nulla contro il fatto che i bambini, tra di loro, giochino alla guerra. Ma che vengano condotti appositamente in una caserma e che chi fa la guerra di mestiere metta loro tra le mani un’arma è quanto di più anti-pedagogico ci sia”. Per Ferrario la scuola avrebbe potuto cogliere l’occasione dell’invito in caserma per rifiutare e discutere in classe di soldi pubblici e tasse: “I soldi per le attività dell’esercito li paghiamo noi genitori attraverso le tasse: questo si sarebbe potuto raccontare ai bambini. Invece si è posto l’accento sul fatto che la gita fosse gratis e non ci si è preoccupati minimamente del contenuto della visita”.

Il caso è diventato oggetto di un’interrogazione parlamentare del deputato Sel Giovanni Paglia. Alla quale il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha replicato con parole che non sono affatto piaciute al papà di Rocca San Casciano: “La risposta è stata che i genitori erano stati messi al corrente di ciò che i bambini sarebbero andati a fare in caserma. Cosa assolutamente non vera. Che lascia ancora di più l’amaro in bocca”.

Qui il link alla petizione

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