Nidi e materne: la rivoluzione è sempre più vicina

Spesso la chiamiamo “materna” ma la scuola frequentata dai bambini da tre a sei anni si chiama da tempo “dell’infanzia”. Se dovesse diventare legge il progetto contenuto nella “Buona scuola”, discorso che il Gruppo nazionale Nidi e Infanzia sta portando avanti da mesi con convinzione, la “materna” diventerebbe una scuola a tutti gli effettiGrembiuli in corridoio di scuola materna. I nidi, dal canto loro, non esisterebbero più come li intendiamo ora.

Stando all’ultima riforma, che dovrebbe fare parte della legge delega del governo, nascerà un unico sistema 0-6 anni che annullerà la separazione tra il nido e la scuola dell’infanzia. Il vecchio nido, in questo senso, non sarà più un servizio a domanda individuale ma un servizio generale, educativo, che cadrà sotto la responsabilità del ministero dell’Istruzione. Tutto diverso dal sistema attuale, dove sono gli enti locali a regolamentare i servizi educativi, soprattutto nella fascia 0-3 anni. La gestione continuerà comunque a far capo ai Comuni, bilanci permettendo.

La legge, se diventerà realtà, dovrà infatti risolvere anche il problema della qualità, che negli ultimi anni è stata spesso abbassata a causa di problemi finanziari. Non solo: si andrà a colmare anche la piaga delle liste d’attesa. La retta pagata dalle famiglie – questo è l’altro punto interessante del progetto – non dovrà superare un quinto del costo totale che ogni bambino comporta quando frequenta un servizio. Gli educatori, altra novità, dovranno essere laureati e continuamente aggiornati.

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