mestruazioni, donnaIn pochissimi anni un esame di facile esecuzione come il Pap Test ha completamente rivoluzionato le statistiche riguardanti il tumore del collo dell’utero (o tumore della cervice uterina), salvando letteralmente la vita a tantissime donne. Ce lo spiegano dal Laboratorio Analisi Sistema 2000 di Rimini. Molte regioni italiane infatti hanno da qualche anno accolto questa campagna di screening che consiste nell’effettuare questo test, altrimenti chiamato striscio vaginale, nelle donne in età compresa tra i 25 e 65 anni, ad intervalli di tempo regolari, generalmente ogni 3 anni. Questo perché tramite questo esame è possibile monitorare e/o diagnosticare precocemente lesioni a livello cellulare che potrebbero in futuro sfociare nel tumore vero e proprio; questo permette quindi, nel caso venga riscontrata qualche anomalia, di indagare e nel caso trattare la paziente affinché la lesione non progredisca.

Per questo esame il ginecologo preleva del materiale cellulare dall’utero della paziente: questo organo ha una forma ad imbuto rovesciato ed è formato da due parti principali, una superiore detta corpo dell’utero ed una inferiore, il collo o cervice. Quest’ultima si suddivide a sua volta in due parti: l’endocervice, la parte centrale del collo, rappresentata da cellule ghiandolari e l’esocervice, più vicina alla vagina, formata invece da cellule squamose. Questi due tipi cellulari si incontrano in una zona detta Zona di Transizione, o Giunzione Squamo-Colonnare, in cui tipicamente si identifica il punto di origine del tumore.

Il Pap Test prevede quindi il prelievo di materiale proveniente dalle due zone della cervice per valutare la normalità o meno della morfologia e delle caratteristiche cellulari per escludere la presenza di lesioni pre-cancerose.

Si parla di lesioni pre-cancerose in quanto la biologia/evoluzione del tumore, in questo specifico caso, è molto lenta per cui le lesioni che si possono riscontrare inizialmente sono predittive ma non sono definibili ancora tumorali: queste possono progredire nel tempo se non trattate e dare origine al tumore. Ecco perché è così importante sottoporsi a questo test: è noto che queste previsioni non sono possibili per tanti altri tumori, che sono molto più difficili da diagnosticare e di conseguenza da trattare.

In questo senso è una grande fortuna per le donne potersi controllare con un esame così semplice: prima che queste campagne di screening venissero adottate, il tumore della cervice uterina era secondo solo al tumore del seno in termini di mortalità. Questo quadro negli ultimi anni è notevolmente cambiato: come si diceva all’inizio le statistiche vedono una diminuzione drastica della mortalità femminile legata a questo tipo di patologia (<1%). Questo almeno per quanto riguarda i paesi occidentali, perché purtroppo, nei paesi in via di sviluppo, dove non si effettuano questi test di screening, il tumore della cervice uterina è ancora la seconda causa di morte nelle donne.

Il Pap Test è, come dimostrato dai dati statistici, un metodo molto efficace nella prevenzione del tumore della cervice uterina: è necessario dire però, che come tutti i test esistenti, presenta dei limiti, che possono dar luogo a falsi positivi e quindi evidenziare delle anomalie in persone che in realtà sono sane o, al contrario, dei falsi negativi, ovvero dare risultati normali in persone che in realtà hanno delle lesioni pre-cancerose. Questo succede poiché ci può essere la possibilità che la lesione non venga raggiunta dal prelievo (bisogna ricordarsi sempre che le lesioni non si vedono ad occhio nudo per cui il ginecologo, o chi per lui, effettua un prelievo “casuale” di cellule) oppure ancora che le cellule della lesione non si stacchino e quindi non vengano trasferite sul vetrino d’analisi.

Questo difetto del test è ovviato dal fatto che, come abbiamo detto precedentemente, questo tipo di tumore ha una fase cosiddetta preclinica molto lunga per cui vi è un’altissima probabilità che se anche vi fosse una lesione, questa verrà identificata nell’analisi successiva senza che si sia aggravata irreparabilmente. Può anche succedere che il sangue oppure una infiammazione di qualsiasi genere ed entità possano mascherare le cellule della cervice e quindi impossibilitare lo specialista a rilevarle.

Per questo motivo è consigliabile effettuare il prelievo dopo almeno tre giorni dalla fine delle mestruazioni e una settimana prima del ciclo successivo (se è possibile prevederlo) in totale assenza quindi di perdite di sangue. Inoltre, è sconsigliato avere rapporti sessuali nei due giorni precedenti al test ed evitare l’uso di deodoranti intimi, ovuli, creme o lavande.

Come molti di voi già sapranno il tumore del collo dell’utero ha un’origine di tipo virale: è infatti il Papilloma Virus, o HPV, che da origine a queste lesioni. I fattori di rischio dell’HPV sono i rapporti sessuali non protetti ed il numero elevato di partner, la familiarità, i deficit immunitari, i disequilibri ormonali, la dieta, il fumo di sigaretta e l’obesità. E’ importante ricordare che la presenza di HPV non significa necessariamente che si svilupperà un tumore, anzi…prima di tutto, esistono tantissimi tipi di HPV, definiti sierotipi, e solo quelli definiti ad alto rischio sono pericolosi per l’insorgenza di lesioni legate al tumore della cervice.

La maggior parte di sierotipi di HPV, anche se contratti dalle donne in età fertile, sono silenti o danno luogo a tumori benigni come condilomi, verruche genitali ecc. facilmente trattabili. Inoltre, cosa ancora più importante, la maggior parte delle donne che entrano in contatto con il virus, sono in grado di eliminare spontaneamente l’infezione, grazie al proprio sistema immunitario, senza la necessità che intervenga il medico in nessun modo. In ogni caso però, quando lo specialista rileva una lesione di qualsiasi entità, quindi che sia di basso grado (LSIL) o di alto grado (HSIL), o delle modificazioni cellulari dubbie (ASCUS) la paziente inizia un iter diagnostico di accertamento che generalmente prevede l’esecuzione di ulteriori esami più specifici che servono a confermare o meno la diagnosi del Pap Test; in particolare questi due esami sono la Colposcopia e l’HPV DNA Test.

La Colposcopia consiste nell’osservazione diretta della superficie della vagina e del collo dell’utero nel quale si cerca di mettere in evidenza, ove presenti, le lesioni grazie ad un ingrandimento ottico e all’utilizzo di soluzioni quali l’acido acetico e il reattivo di Lugol. Nel caso il medico rilevasse qualche particolarità nel tessuto, nello stesso momento in cui effettua la colposcopia, ha la possibilità di prelevare dei campioni di tessuto che verranno poi sottoposti ad esame istologico.

L’HPV DNA Test è invece un esame di nuova generazione, di biologia molecolare: questo esame si basa sul fatto che quando il virus infetta le cellule della cervice, trasferisce il suo DNA nelle cellule stesse. Anche in questo caso con un semplice prelievo di materiale dalla cervice è possibile valutare la presenza o meno del virus e soprattutto di risalire di quale sierotipo del virus si tratta (=genotipizzazione del virus) e quindi capire se è un sierotipo ad alto, medio o basso rischio.

Questa particolarità, unita al fatto che è un esame molto sensibile, ha portato a pensare che forse l’HPV DNA Test potrebbe diventare il primo esame di screening di questa patologia e che il Pap Test potrebbe essere effettuato in un secondo momento, solo in caso di positività all’HPV DNA Test. Questa idea è stata approvata da numerosi studi internazionali che ne ribadiscono l’efficacia e si è talmente diffusa che ad oggi alcune regioni hanno già iniziato a sostituire il Pap Test con l’HPV DNA Test per valutare il livello di miglioramento della campagna di screening: certo è che molto sono concordi nell’affermare che questo sarà il test del futuro e che a passi più o meno veloci sostituirà il Pap Test.

Un altro grande passo avanti è stato fatto con la commercializzazione di un vaccino anti-HPV, anzi di due vaccini, il Cervarix (vaccino bivalente) e il Gardasil (vaccino trivalente). Proprio perchè la trasmissione del virus è legata all’attività sessuale ed essendo i due vaccini preventivi (stimolano cioè le difese per ottenere appunto una copertura immunitaria), essi sono vivamente consigliati (e gratuiti) alle sole adolescenti che entrano nel 12° anno di età (11 anni compiuti). I due vaccini sono sì in grado di prevenire l’infezione persistente da parte di due ceppi di Papilloma Virus ad alto rischio oncogeno ma sono purtroppo meno efficaci nelle donne che hanno già contratto l’infezione da HPV, frequente nelle persone sessualmente attive. Anche qui è d’obbligo sottolineare che la vaccinazione non esonera dall’esecuzione del test di screening per l’HPV in quanto sia il Cervarix che il Gardasil sono protettivi verso io sierotipi più diffusi (HPV 16 e 18, il Gardasil anche HPV 6 e 11) ma non verso tutti, perciò è importante che tutte le donne, seppur vaccinate, si sottopongano al test.

Analisi Sistema 2000 a Rimini
Analisi Sistema 2000 a Rimini

Ricordiamo quindi, a tutte le donne che il Pap Test può essere eseguito, in seguito al ricevimento della lettera per lo screening, gratuitamente presso il presidio ospedaliero d’appartenenza o presso il consultorio indicato sulla stessa lettera, ma può anche essere eseguito privatamente dal proprio ginecologo di fiducia durante una qualsiasi visita di controllo e/o presso un laboratorio analisi che disponga di specialisti per il prelievo e la lettura del test citologico, e non necessariamente a distanza di 3 anni dal test precedente. Nel giro di poche settimane sarà possibile avere il responso del vostro test per poi valutare con il vostro medico curante o con il vostro ginecologo, in caso di presenza di anomalie nello striscio, quale intervento programmare.

Per ogni informazione sull’esecuzione del Pap Test e/o dell’HPV-DNA Test potete contattare il Laboratorio Analisi Sistema 2000 di San Giuliano a Mare (Rimini) allo 0541-24055, oppure scrivere una mail all’indirizzo analisi2000@gmail.com o infosistema2000@gmail.com