Decine di neonati e molti pancioni. Sala piena, ieri pomeriggio al Palazzo dei Congressi di Ravenna, per il convegno organizzato dal Comilva e da AsSis sulle vaccinazioni pediatriche. Protagonista indiscusso l’avvocato Luca Ventaloro, che da anni segue le famiglie che hanno subito danni da vaccini: “Per lungo a tempo a Ravenna, a partire dai primi anni 2000, il Comilva ha sostenuto una battaglia contro le sanzioni amministrative elevate dall’Ausl contro chi faceva obiezione alle vaccinazioni. Una stagione cruenta dal punto di vista giudiziario. Si è creato un forte gruppo locale del Comilva, fino ad arrivare alla legge regionale che impedisce di subire un procedimento amministrativo per aver scelto di non vaccinare i figli. Di recente siamo stati richiamati a fare parte del tavolo dei danni dai vaccinazioni dal Ministero. Questo significa che non siamo un gruppo di esaltati o una setta ma siamo accreditati a livello istituzionale. E siamo stati riconosciuti a livello ufficiale come onlus, cosa che dispiacerà molto ai pediatri”.

vacciniVentaloro si è rivolto direttamente ai genitori presenti: “Sapevate che le vaccinazioni obbligatorie sono solo quattro, ovvero anti-polio, difto-tetanica, anti epatite b? Legittimamente, nel 2014, c’è chi ancora crede che siano sei, sette o otto. La normativa attuale consente ad un genitore di chiedere una vaccinazione alla volta, non in forma multipla. Lo dice la legge. Anche la difto-tetanica può essere richiesta in forma separata, ma nessuno ve lo dice. Le vaccinazioni sono un atto medico importantissimo, vanno fatte in maniera consapevole. Dal nido alla scuola di qualsiasi tipo, pubblica o privata, la frequenza va garantita anche a chi non è vaccinato. A Rimini, dove l’obiezione è molte forte, le famiglie compilano una scheda che ci serve da statistica. Ci sono molti non vaccinati. Ma pensate, nessuna epidemia di polio”.

Il legale del Comilva ha poi parlato dei danni da vaccino: “Se nel 1992 lo Stato italiano fece una legge sui danni da vaccino, significa che quei danni erano già migliaia. Nel 2005 la legge è stata rinnovata. Ma i pediatri vi dicono che i danni non esistono. Dal sederino rosso alla febbre, fino alla morte in culla, le reazioni avverse vanno dette, affisse. La vaccino-vigilanza è questo: vigilare sulle reazioni ai vaccini. C’è un addetto in ogni Ausl, anche a Ravenna“.

“La media dei pediatri – ha aggiunto l’avvocato – è disinformata, non consegnate il bambino al medico, non dategli una delega in bianco. Siate genitori pieni, consapevoli. Fate domande anche banali, per esempio che cosa c’è dentro una vaccinazione, e cadranno in imbarazzo. Non sapranno cosa rispondere, negheranno l’esistenza dei danni da vaccino. Non vaccinate a cuor leggero.“. Ventaloro ha poi elencato le più comuni “scuse” usate dai medici per convincere le famiglie a vaccinare i bambini: “Quando vi dicono che dovete vaccinare perché se incontrate un senegalese chissà cosa attacca a vostro figlio, non ci cascate. Questo è un razzismo sanitario inadeguato. Quante epidemie di polio, difterite, tetano sono scoppiate dagli anni Novanta, dai primi sbarchi di albanesi? Zero, sono dati ministeriali aggiornati a un’ora fa. Sono paradossi clamorosi, sulla base dei quali, senza visitarli prima, intossicano migliaia di bambini. La seconda bufala clamorosa è quella per cui il pediatria racconta che è morto un bambino proprio lì vicino, di una qualche patologia. Quando, in presenza di queste segnalazioni, abbiamo chiesto di approfondire, non abbiamo mai trovato evidenza. La terza opera di convincimento riguarda il fatto che molti pediatri spaventano i genitori dicendo che esistono le vaccinazioni coatte, che arrivano le forze dell’ordine a casa. Nonm è vero”.

L’obiezione attiva, ha spiegato il legale, è l’unica forma di protesta plausibile: “Significa non scomparire, rispondere, non fare certificati compiacenti. Chi non vuole vaccinare è protetto dalla legge. Bisogna mandare una raccomandata a.r. all’Ausl. Al colloquio al quale si viene chiamati, ci si presenta. Si firma il dissenso informato, meglio se non sul modulo standardizzato ma modificato da voi, perché in quello standardizzato si dice che siete stati debitamente informati”.

Eugenio Serravalle
Eugenio Serravalle

Da qui, gli obblighi della sanità pubblica: “L’Ausl deve vaccinare dopo una visita medica accurata o dopo aver avuto il bilancio del salute del pediatra aggiornato a non più in là di due giorni prima. Questa è una giurisprudenza recentissima. Altrimenti, che cosa succede se quella febbre non è passata, se quel mughetto non è stato curato? I danni da vaccinazioni sono diventati una vera emergenza. Ci sono moltissime sentenze, dietro le quali si celano tragedie familiari. Qualcuno vorrebbe fare passare il concetto secondo le quali le sentenze sono frutto di accertamenti sommari. Non è così. Le sentenze sono il baluardo di questa nuova cultura, che si oppone all’arroccarsi dei medici intorno a posizioni statiche“.

A fare eco alle parole di Ventaloro, è stato il pediatra Eugenio Serravalle: “In quindici paesi d’Europa non esiste obbligo vaccinale. Molto genitori si sono allertati per l’allarme polio e sono andati dai pediatri ma dai dati, ci sono stati 416 casi di poliomelite accertati nel 2013 in tutto il mondo. Una bambina, qualche giorno fa, mi ha raccontato che gli amichetti non volevano fare il pigiama party per Halloween perché tra loro c’era una ragazzina nera e avevano paura che attaccasse loro l’ebola. Sono cose che non si possono sentire”.

Serravalle ha ricordato – pubblicazioni alla mano – che “più tardi si iniziano le vaccinazioni e meno se ne fanno tutte insieme, poi si riducono le reazioni avverse, anche gravi. Molti studi sulle reazioni avverse prendono in considerazione solo i giorni immediatamente successivi alle vaccinazioni. Ma così non sapremo mai niente sulle reazioni avverse successive”.