Rinforza la struttura dei denti e interferisce con la formazione della carie: si tratta del fluoro, un elemento chimico dalla forte azione preventiva e che possiede caratteristiche carioinibenti, il cui utilizzo, soprattutto nei bambini, non è sempre stato accompagnato da un’adeguata conoscenza delle sue proprietà.
“Nel corso degli anni si sono formate diverse scuole di pensiero sul modo, sui tempi e sulle forme di utilizzo del fluoro – spiega Chiara Menghi, specialista in ortodonzia per lo Studio Dentistico Casavecchia di Ravenna (via Matteucci, 1) – ma stando alle nuove linee guida nazionali redatte dal Ministero della Salute nel 2013, il fluoro andrebbe somministrato ai bambini a partire dal sesto mese di vita direttamente in forma topica”.
L’utilizzo del fluoro può avvenire per via topica, attraverso dentifrici, gel, colluttori e vernici; oppure per via sistemica, mediante la somministrazione di pasticche o gocce da ingerire. “Secondo le nuove linee guida- continua la dottoressa Chiara Menghi – l’uso sistemico del fluoro è solo per i gruppi a rischio, cioè per quei bambini che già presentano carie a carico dei denti decidui o che a causa di alcune patologie specifiche accompagnate per esempio da xerostomia, cioè la mancanza di salivazione, sono più soggetti alle carie”.
Quindi basta con le pasticche o le goccine date la sera prima di cena o comunque lontano dal latte, come suggerivano i pediatri fino a poco tempo fa. Ciò che si deve fare, per proteggere la salute della bocca dei bambini, è cominciare sin da subito a utilizzare una piccola quantità di dentifricio al fluoro, corrispondente a un chicco di riso, sui loro denti. Inizialmente si può attuare questa procedura mediante un cotton fioc imbevuto di dentifricio e successivamente, quando la bocca presenterà una dentatura più copiosa, passare allo spazzolino e strofinare per lo meno due volte al giorno, mattina e sera. “E’ importante scegliere un dentifricio con un contenuto di fluoro pari a 500 mpp”.
E’ fondamentale non esagerare con la somministrazione del fluoro che può comportare alcune problematiche. “L’assimilazione eccessiva di fluoro – riferisce la specialista- può degenerare in fluorosi, una serie di chiazze bianche che si formano sullo smalto dei denti, da non confondere con le ‘white spot’, cioè le lesioni di decalcificazione dovute a una demineralizzazione”.
Al contrario il mancato utilizzo può comportare un indebolimento della struttura del dente e una minore resistenza a contrastare la carie. “Le conseguenze di una mancata assunzione di una giusta dose di fluoro quotidiano dipendono dalla predisposizione individuale. Tendenzialmente però è stato riconosciuto da studi recenti che la possibilità di incorrere in una carie aumenta del 35%”.
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