
Lasciarsi alle spalle la figura del genitore che ci è stata tramandata da mamma, papà e nonni per fare spazio a un nuovo modello: l’allenatore sportivo. E’ in questo cambio di prospettiva che secondo Stefano Denna, autore del libro “Genitori coach” (Mondadori), sta il segreto per crescere dei figli sereni, equilibrati, in grado di affrontare la vita.
Qual è lo spunto del libro?
“Si parte dalla figura del genitore tradizionale per mostrare come nella società contemporanea sia necessario avere un approccio diverso da quello basato su compiti e regole che ci è stato tramandato. Bisogna andare a imparare dagli allenatori sportivi di successo, pagati per tirare fuori il meglio dagli atleti. I genitori devono capire che sono degli strumenti per la realizzazione personale e sociale dei figli; e che i figli non sono lì per dar loro delle soddisfazioni”.
Nel libro si parla anche di errori che commettono i genitori. Quali sono i più comuni?
“Si tratta di errori di cui non si è consapevoli, fatti in buona fede. Uno è quello di confondere l’ansia e la preoccupazione con l’amore. Si pensa: ‘sono preoccupato perché voglio bene ai miei figli’. Ma questi sentimenti negativi vengono trasmessi e generano effetti altrettanto negativi come l’insicurezza. Altra cosa da evitare è il confronto con altri o con se stessi, dicendo la classica frase ‘io alla tua età avevo già ecc…’. Ogni persona è unica”.
Da vent’anni ti occupi di formazione motivazionale e comportamentale. Com’è nata l’idea di un coaching per genitori?
“Lo spunto è arrivato nel 2009 da una constatazione semplice, cioè che il voler bene non porta automaticamente alla comprensione. E il fatto di avere un figlio non fa di noi dei genitori come il possedere uno strumento non ci trasforma in musicisti. L’idea del libro è nata con Roberto Re, per il quale sono direttore del percorso Fly a Bologna e Rimini. Lo abbiamo portato in tournée in 14 città italiane, registrando oltre 2mila presenze”
Ma cosa chiedono i genitori che si rivolgono a te per un aiuto?
“Si accorgono che le cose con i loro figli non funzionano più e chiedono aiuto per comunicare”.
Questo presuppone che un genitore si sia messo in discussione. Quando emerge questa consapevolezza?
“I genitori più aperti a nuovi metodi educativi sono quelli che hanno figli piccoli o non ancora nati. Chi ha difficoltà con i figli già adolescenti è più propenso ad andare da uno psicologo ed è più refrattario a mettere in discussione il proprio metodo educativo. Del resto i problemi dell’adolescenza sono la conseguenza di come il figlio è stato gestito negli anni precedenti”.
“Genitori coach” è disponibile in tutte le librerie e si trova anche in versione e-book.
Per info GianMatteo Gavelli- giamma1982@mac.com –
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