Camst offre un lavoro a ventuno donne che hanno subito violenza

violenza donnePer ricominciare e riacquistare dignità. Si chiama “È ora di cambiare tono” il progetto al quale Camst, azienda di ristorazione con diverse sedi in Italia e 11 mila dipendenti, ha deciso di aderire, dando un impiego a 21 donne che hanno subito violenza/strong> di cui 10 in Emilia-Romagna, 4 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Lombardia e 5 in Toscana. E con la prospettiva di andare avanti con le assunzioni di questo genere anche per il 2015.

Le donne vittime di violenza lavoreranno all’interno delle strutture produttive, cioè cucine, mense e self service dislocati su tutto il territorio nazionale. “Promuoviamo questo progetto – ha spiegato Antonella Pasquariello, presidente della cooperativa, a Emilia-Romagna Sociale – perché le donne che hanno deciso di dire basta alla violenza non hanno vita facile, spesso devono iniziare da zero, e in questo percorso l’autodeterminazione, anche economica, è fondamentale. Avere un lavoro dignitoso, non in nero, non legato a ricatti o minacce, in un posto sicuro dove viene garantita la privacy non è scontato”.

L’iniziativa nasce da una convenzione firmata nel 2013 con l’Associazione Nazionale D.i.Re e non è l’unico impegno assunto da Camst, che ha al suo interno l’86% di lavoratrici. La cooperativa, infatti, conta campagne di comunicazione specifiche, interne ed esterne e il sito www.puntodonne.it nato per informare e dare strumenti concreti alle donne in difficoltà che cercano sostegno e protezione per uscire dalla spirale di violenza quotidiana.

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