Incinta a 14 anni, mamma a 15. Giulia racconta la sua storia ‘felice’: “Nessuna rinuncia”

gravidanza mamma papàCi sono storie che meritano di essere raccontate perché hanno il potere di riappacificarti con la vita. E che per la delicatezza e la semplicità con cui vengono narrate da chi le ha vissute in prima persona si pongono al di sopra di ogni strumentalizzazione e di ogni giudizio superficiale. Comunque pensiate che avreste agito se questa situazione fosse toccata a voi, questa è la storia di Giulia, Nicholas e Brian.

Giulia è una ragazzina della provincia ravennate e ha solo 14 anni quando scopre di essere incinta. “E me ne sono accorta anche tardi! Ero in vacanza con un’amica e mi ricordo che avevo voglia a qualunque ora di Nutella e lasagne… Quello era il mio unico sintomo, finché il ciclo non si è presentato e allora ho pensato di fare un test di gravidanza”.

Il risultato è stato positivo. “La prima cosa che ho pensato – racconta – è stata come dirlo ai miei. Allora non ho pensato ai problemi e alle difficoltà che avrei dovuto affrontare negli anni seguenti. La mia paura era dirlo a mia madre e a mio padre”.
Lo scoglio viene affrontato e la mamma ci rimane malissimo, mentre il papà si chiude in due giorni di mutismo. “Li capisco… Credo che reagirei così anche io”.

Il fidanzatino di Giulia, Nicholas, all’epoca aveva 17 anni e ricevette la notizia con un sms. “Non è stato bello dirglielo così, lo ammetto, ma un po’ lo avevo preallertato”. I suoi genitori prendono malissimo la cosa, qualcuno sostiene che sarebbe meglio un aborto.
“Io ho subito detto che avrei tenuto il bimbo, ma Nicholas doveva essere libero di scegliere. Per lui è stato difficile, non sapeva cosa fare, preso tra quello che diceva la sua famiglia e quello che volevo fare io”.

Nicholas sceglie di stare vicino a Giulia, che a settembre torna tra i banchi dell’Istituto per geometri per cominciare il secondo anno di scuola superiore. Parla della sua situazione a insegnanti e compagni di classe e visto che la gravidanza non le causa problemi riesce a frequentare regolarmente fino alla fine di marzo dell’anno successivo, quando era prevista la nascita di Brian.

“Il 7 aprile sono stata ricoverata per indurre il parto e il mio fidanzato è stato con me tutto il tempo. Alle 20 sono entrata in sala parto e alle 22.30 è nato Brian, di 3,890 kg! Nessuno si aspettava che fosse così grande perché la mia pancia era piccola”. A farle compagnia, oltre a Nicholas, anche i suoi genitori e la mamma del fidanzato.

Poi, il ritorno a casa e la gestione di un neonato a un’età in cui si è poco più che bambine. “Oggi una ragazzina di 14 anni mi sembra una bambina, ma a quell’età ci si sente grandi. Dopo 20 giorni dal parto sono tornata a scuola. Allattavo Brian verso le 5-6 del mattino, poi verso le 7 mi alzavo per andare a scuola. Mia madre pensava alla poppata delle 11.30 con un biberon che preparavo con il mio latte. Fortunatamente l’anno scolastico si è concluso positivamente e ho potuto dedicare tutta l’estate al mio bambino”.

Giulia ha concluso la scuola in pari con gli anni – “Brian dormiva, quindi io riposavo la notte” – e sia lei che Nicholas si sono diplomati.
Quando Brian ha cominciato il secondo anno di scuola materna, Giulia si è iscritta all’università: “Studio Design all’Accademia di Belle arti di Rimini, voglio diventare arredatrice. L’obiettivo è quello di finire gli studi quando mio figlio finirà la materna”.

Poi anche Nicholas, diplomato all’Istituto aeronautico di Forlì, cercherà di realizzare il suo sogno di diventare pilota di linea.
Il nostro futuro lo immaginiamo all’estero, in Inghilterra, dove Nicholas, inglese per metà, ha dei parenti e dove mi sembra ci siano più opportunità”.

Se ho fatto delle rinunce? No, perché ho avuto anche tanto appoggio, sia economico che proprio fisico, dai miei genitori. E poi anche da quelli di Nicholas, con cui ora c’è un bellissimo rapporto. In questi anni siamo anche potuti uscire la sera. Certo non tutti i sabati come facevano i nostri coetanei, ma è stato meglio così. I nostri sabati erano stare con Brian, metterlo a letto, guardarci un film insieme. Tutto quello che ho fatto l’ho fatto molto volentieri”.

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