Crescono le diagnosi Dsa e una professoressa di Milano, Margherita Pellegrino, lancia l’allarme scrivendo a Tempi. La docente, sbigottita davanti all’aumentare esponenziale delle certificazioni di disturbi dell’apprendimento negli ultimi anni (+37% tra il 2010/2011 e il 2011/2012) e preoccupata per l’emergenza sociale – come la dislessia è stata descritta a Pisa – si chiede se davvero il disturbo stia aumentando tra i banchi di scuola o se, invece, il problema sia dei maestri e dei professori che non sanno insegnare: “Basta che un’insegnante non sappia insegnare – dice la docente – per creare un alunno DSA. Non si va ad indagare sui metodi didattici utilizzati dall’insegnante. Una delle cause di così tanti errori e difficoltà degli alunni è stata individuata, ad esempio, nel Metodo Globale, ora utilizzato da molti maestri nella scuola elementare; le classi pollaio vanno bene: è l’alunno che è affetto da “disturbi”.
Il problema, per l’insegnante, è didattico e la soluzione è nella didattica: “Se 20, 30, 40 anni fa qualcuno avesse acceso i fari sui nostri errori e comportamenti, a quanti di noi e dei nostri compagni sarebbero stati diagnosticati DSA o ADHD? Eppure ce l’abbiamo fatta, le nostre carriere non sono state stroncate, i nostri sogni non sono stati buttati nella spazzatura”.
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