E’ un dibattito duro a morire: visite domiciliari del pediatra, sì o no? In molte città dell’Emilia Romagna noi mamme siamo abituate già da un pezzo, anche a temperature glaciali, a infagottare il pupo, anche con 39 di febbre, e a portarlo dal dottore. E se poi, come spesso capita, la febbre arriva a ridosso del fine settimana, il pupo dolorante viene portato al pronto soccorso. Piaccia o no è così e al dibattito che si è sollevato in più di una occasione, anche sui giornali locali, la Federazione dei medici di medicina generale ha risposto spiegando che per molti medici è impossibile seguire tutti i pazienti. Ci sono città, come Ravenna, con una periferia territorialmente molto estesa, dove alcuni pediatri hanno in carico pazienti non solo nella zona dove risiede l’ambulatorio ma fino al forese: troppi pazienti per pochi pediatri. Non è una giustificazione ma un dato di fatto.
A Uzzano, in provincia di Pistoia, a una mamma che si è sentita rispondere per ben due mattine di seguito che la bambina doveva essere portata in ambulatorio la cosa non è piaciuta affatto. La piccola, infatti, era spossata da febbre molto alta. E così la signora ha denunciato il pediatra ai carabinieri perché – a suo dire – il comportamento del medico non risponderebbe ai suoi doveri “legali e deontologici”.
Stando a quanto riporta il quotidiano Il Tirreno, la donna ha segnalato la vicenda anche all’ordine dei medici.
L’accordo collettivo nazionale che regola l’attività del medico di base, ricorda il quotidiano, all’articolo 47 prevede la visita domiciliare nel caso di “non trasferibilità dell’ammalato”. Ed è qui che casca l’asino: quando un bambino malato non è trasferibile? Basta una febbre alta?
Di fatto su un punto la signora ha ragione: i pronto soccorso degli ospedali sono pieni di bimbi febbricitanti nel fine settimana. Che almeno un ambulatorio di turno, se non proprio una visita domiciliare, aiuterebbe a non fare lunghe, lunghissime file.
Il dibattito, è evidente, resta aperto.
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Commenti:
E’ uno scandalo che i pediatri non vadano a visite a domicilio, probabilmente non ne hanno voglia, allora gli ambulatori dovrebbero essere aperti tutta la giornata, invece solo 4 ore al giorno, e le altre ore dove sono questi medici?????
Che dire, si spera solo di non aver bisogno di questi (pediatri?) in caso di calamità.
P.S. Chiamarli pediatri è un eufemismo. E’ meglio forse chiamare un veterinario
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