‘Non fate i bravi’: il libro che smonta il modello educativo di Tata Lucia

“ll format di Tata Lucia è uno dei tanti esempi con cui una pedagogia-propaganda plasma e normalizza le persone togliendo ogni spazio alla diversità, alla fragilità, ai vissuti di ciascuno, al mondo interiore, alle emozioni, alle relazioni“. Non serve aggiungere molte parole per spiegare quello che gli autori di questo libro fanno già bene da soli: ‘smontare’ il bluff educativo modello ‘Tata Lucia’ che imperversa da quando l’omonima trasmissione ha dato spazio alle signore vestite da tate che in un giorno solo e in poche e semplici mosse, per lo più fatte di severità e scarsa comprensione (soprattutto perché mosse sempre e tutte uguali, a prescindere dal bambino che c’è di fronte), trasformano famiglie disastrate in famiglie felici. 

Il libro in questione è scritto da un team di psicologi, filosofi e pedagogisti e si chiama ‘Non fate i bravi‘: gli autori che hanno partecipato a questo e-book hanno, in primo luogo – come spiega la stessa presentazione – “analizzato gli aspetti sottesi all’ingiunzione di tata Lucia, a un paradigma pedagogico autoritario e irrispettoso della singolarità, del considerare ogni bambino o adolescente una persona irriducibile a ogni schematismo. Al tempo stesso, tuttavia, gli autori degli interventi ospitati in questa pubblicazione collettanea intendono proporre vie d’uscita tanto più urgenti quanto più evidente risulta il vuoto educativo che ci circonda”.

Un invito a fuggire dall’omologazione della quale trasmissioni tv e il libro che ne è seguito altro non sono che la punta dell’iceberg. “Occorre dunque una battaglia senza quartiere per immaginare e proporre un’altra educazione – spiega Paolo Mottana -, in cui la libertà, l’autodeterminazione, il libero accesso alle informazioni, il corpo, il desiderio, la creatività accuratamente devoluta al possibile e non al programmato siano gli unici autentici motori di ogni divenire”.

Nel libro non si risparmiano critiche anche alle prove Invalsi,  “la misurazione quantitativa e oggettiva degli apprendimenti in italiano e in matematica quale unico parametro di riferimento a livello nazionale – spiega nella prefazione del libro Maria Maddalena Mapelli -.  Perché dare il primato alla misurazione quantitativa e oggettiva degli apprendimenti? Perché i bambini e gli adolescenti devono essere misurati in italiano e matematica e non invece, ad esempio, in informatica e musica? Perché sottrarre in modo così evidente il primato alla valutazione qualitativa, al processo formativo centrato sulla persona, intesa come singolarità irriducibile?”. Insomma, il modello educativo che impera nelle scuole costringe a sopprimere l’individualità, in nome di regole generali che lasciano sempre meno spazio alla creatività e al talento personale.

Sarebbe ora di fare un passo avanti.

Per scaricare il libro CLICCA QUI

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g