La storia della bimba vegana ritirata dalla scuola materna di Pontevico (Brescia) continua a far parlare. Il caso del muro-contro muro tra la mamma e la scelta dell’amministrazione comunale di “imporre” ai bambini iscritti alla materna di usufruire del “servizio di mensa scolastica in quanto momento didattico”, si è chiuso con la decisione della famiglia di ritirare la figlia dall’ultimo anno della materna.
Sul caso interviene Sebastiano Moruzzi, rappresentante dell’Osservatorio Mense di Bologna che dal 2011 si interroga sulla qualità del cibo e del servizio di refezione scolastica. Qual è la situazione a Bologna? Ed esistono menù vegani e vegetariani per chi li richiede? “Non esistono, ma come comitato dei genitori lo abbiamo richiesto e a breve avremo una risposta – spiega Moruzzi – Si tratta di sola volontà, infatti genitori nutrizionisti ci hanno dato la loro disponibilità ad aiutarci, inoltre nei siti italiani accreditati e che seguono una ‘filosofia di vita vegana e vegetariana’ i menù per le scuole sono già stati realizzati e studiati. La nostra proposta di introdurli, magari con un giorno alla settimana in cui tutti i bambini possano mangiare con un menù vegano, si basa anche su un approfondimento dei temi legati all’ambiente e al riciclo. A Bologna non è mai capitato un caso di questo genere, invece è successo che una famiglia, richiedendo prodotti solo biologici, abbia deciso di ritirare il proprio figlio dalla mensa, portando il pranzo da casa. Come comitato abbiamo sostenuto questa famiglia“.
Nonostante l’arrico dell’estate l’Osservatorio Mense di Bologna continua le sue battaglie per avere più qualità delle materie prime: “Chiediamo ampia visibilità sulla provenienza delle materie prime. Attualmente l’elenco fornitori e le schede prodotto di Seribo non permettono di conoscere gli ingredienti dei prodotti da forno, di risalire alla tipologia degli allevamenti o alla provenienza del pesce, di capire se la frutta è di stagione o importata”. Senza dimenticare l’etica: “Perché Seribo, società in netto utile, non ha reinvestito per migliorare la qualità del cibo e del servizio di refezione mentre ha aumentato le tariffe? Il contratto tra Seribo e il Comune dichiara tra i propri obblighi il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario, il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’efficienza del servizio e della soddisfazione del cliente”.
Si continua con l’adeguamento dei centri pasto: “Troviamo ingiustificabile la disparità di trattamento del servizio di refezione in base al centro pasti di riferimento. Un terzo della città viene servita dal centro pasti Fossolo, dotato di attrezzature moderne, mentre i rimanenti due terzi dai centri pasto di Casteldebole e di Erbosa, con un servizio di minor qualità, non in grado di assicurare la stessa varietà, la stessa preparazione e la consegna del cibo in condizioni ottimali, ma allo stesso prezzo”. Inoltre i genitori chiedono più biologico e che “sia applicata la Legge Regionale 29/2002 che prevede la presenza di prodotti provenienti da coltivazioni biologiche, integrate e di prodotti tipici non inferiore al 70%”. E ancora il “no alla plastica”: “Crediamo che l’utilizzo nelle scuole di piatti usa e getta, pensati per un uso occasionale e non quotidiano, sia da evitare. Ogni giorno vengono prodotte tonnellate di rifiuti. L’utilizzo di piatti di ceramica o di plastica durevole è più sano per i nostri bambini, più economico e più rispettoso dell’ambiente”.
Il 2014 sarà un anno decisivo, infatti il Comune di Bologna dovrà rinnovare l’accordo per la fornitura della mense scolastiche. Ma quali sono stati gli obiettivi raggiunti dall’Osseravatorio: “Abbiamo ottenuto la convocazione della Commissione Mensa Cittadina, istituita con delibera del Comune a marzo 2013. E’ il primo organo istituzionale che ci riconosce interlocutori ufficiali e ci permette di dare voce alle nostre richieste e per monitorare le scelte operate dal Comune. Inoltre – continua Sebastiano Moruzzi – Abbiamo istituito le Commissioni Mensa di Scuola per permettere ai genitori di fare gli assaggi ed esprimere la loro opinione con le apposite shede. Infine abbiamo sottoposto a Comune, Asl, Seribo un documento approfondito con la nostra mensa ideale e le nostre richieste precise e documentate grazie ad un gruppo di persone competenti in materia. Abbiamo ottenuto verbalmente delle aperture alle nostre richieste da parte del Comune e ne stiamo verificando l’effettiva attuazione”.
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