Aveva due gemelli di quasi due anni. Aveva quasi cinquant’anni. Ed era malata di Sla. La triste storia di Maria Pia Grassi, la maestra elementare di Pesaro (insegnava a Montecchio) morta in attesa di ricevere la prima infusione con il metodo Stamina, è raccontata da quotidiano “Il Resto del Carlino”. Il compagno Roberto Gentilucci ha lasciato la sua testimonianza, raccontando come la donna sperava in breve tempo di scalare la lista d’attesa dei malati, dove era settima, per cercare una soluzione con il metodo di Davide Vannoni, poi bloccato dagli Spedali Riuniti di Brescia dopo il polverone giudiziario che ha colpito la vicenda.
La malattia di Maria Pia era rimasta latente fino al parto, quando era emersa in maniera inesorabile, con un decorso rapidissimo. Dopo un anno la donna era già del tutto tetraplegica, non reggeva la testa, non riusciva a deglutire né a parlare. Tre mesi fa il blocco del respiro. Poi il ricovero per una polmonite, il primo arresto cardiaco, il coma vigile. Fino al trasferimento, pochi giorni fa, in un centro di riabilitazione di Sant’Arcangelo di Romagna.
La donna e il compagno, disperati, si erano aggrappati alla speranza Stamina, vincendo il ricorso per ottenere la cura. Cura alla quale Maria Pia non è mai riuscita ad accedere.
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