Sfatiamo subito un mito: gli aghi in gravidanza non fanno male, anzi. L’agopuntura è una tecnica molto efficace per diversi disturbi legati alla gestazione, per favorire un parto naturale e anche nel post-parto. La dottoressa Roberta Fusconi è reduce da un convegno che si è concentrato, tra le altre cose, sul collegamento tra maternità e agopuntura. E che ha rinforzato la validità dei trattamenti quando si è in attesa e anche dopo.
Dottoressa, tra le patologie che trattate con gli aghi, quali le più comuni?
“L’elenco è molto lungo ma direi che la nausea, il vomito e la presentazione podalica del bambino sono le più frequenti”.
Per favorire la posizione encefalica ed evitare, quindi, il travaglio, quante sedute servono?
“Un paio, in genere. A volte basta anche solo la moxa, da fare anche a casa, per cinque minuti lungo l’arco di dieci giorni. La percentuale di riuscita è alta: siamo intorno al 75/80%”.
Ci sono accorgimenti particolari che lei adotta quando una sua paziente è incinta?
“Sì, uso meno aghi e meno stimolazioni. Ci vogliono accorgimenti e attenzioni particolari, questo sì”.
Quali altri problemi della gravidanza si possono risolvere ricorrendo all’agopuntura?
“Sanguinamento uterino, cefalea, minacce d’aborto, anemia. Ma anche l’insonnia, che in gravidanza è dannosa perché crea uno stato infiammatorio del corpo e aumenta la possibilità di incidenza del diabete gestazionale. E poi l’ansia per la quale, in particolare, è consigliabile persino succhiare una mandorla o un uvetta per cinque minuti, tre volte al giorno; infine la sindrome depressiva, le lombalgie, le pubalgie, le dermatiti, le varici venose sia alle gambe che alla vagina”.
In assenza di problemi particolari, quando si interviene per facilitare un buon parto?
“Dalla 36esima settimana e, se si arriva lunghi, anche fino a tre giorni prima della data presunta del parto: gli aghi aiutano a diminuire la durata del travaglio e riducono la possibilità di ricorrere all’induzione farmacologica”.
Che cosa viene stimolato?
“fra le altre cose, il rilascio di ossitocina, l’ormone dell’amore e del piacere. Pensate che anche con un abbraccio di venti secondi si comincia a rilasciare ossitocina, utilissima per aiutare le contrazioni dell’utero e per avvicinare la mamma al bambino. Motivo per cui è molto importante, al momento del travaglio, che la donna abbia vicino una persona che la massaggi, che non la stressi”.
Dopo il parto, l’agopuntura come viene in aiuto alle neo-mamme?
“Dopo un cesareo aiuta il recupero fisico. Ma anche ad allentare la tensione dopo il parto in generale. Si può aggiungere anche la moxa. Nel post-parto gli aghi risolvono anche mastite, candida, mancata montata lattea”.
Da non molto esiste anche un protocollo dedicato ad agopuntura e fecondazione assistita. Come si interviene?
“Con una tempistica molto precisa, solo così l’agopuntura è utile in questi casi.
Più in generale, gli aghi favoriscono la fertilità delle coppie che cercano un figlio per vie naturali. Si interviene, sia prima, che dopo l’ovulazione, importante è sempre fare una buona diagnosi iniziale”.
La dottoressa Roberta Fusconi riceve su appuntamento
a Faenza, presso il Centro Physio Medica di via Malpighi 150. Tel 0546/622031
Aa Ravenna, presso l’ambulatorio di via Tommaso Gulli 4. Cel 335/8429648
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