“Anch’io era una testa calda, finivo la scuola con il sei tirato, uscivo con gli amici”. Ma una gravidanza ti cambia. Ti cambia anche se quando il test segna positivo hai solo quindici anni. Anche se il tuo ragazzo ne ha appena diciotto, i tuoi chissà cosa diranno e devi fare ancora l’esame di maturità. Angelica Pellarini è di Piacenza. Il suo Maele è nato il 6 novembre scorso e oggi vive con la mamma e il papà Simone Savinetti in un appartamento dei nonni di lei: “I nostri genitori ci versano una cifra al mese e noi ce la gestiamo in tutta autonomia, facendo la spesa e cercando di fare quadrare i conti. Siamo una famiglia a tutti gli effetti, molto contenti della nostra scelta”.
Lo shock iniziale, ovviamente, c’è stato: “Quando ho saputo di essere incinta mi sono sentita vuota di sentimenti. Ma dopo poco la mia decisione era già presa: avrei tenuto il bambino, a prescindere dalla decisione di Simone, che invece mi ha risposto che certe cose si fanno in due e quindi si portano anche avanti in due. So che non è uno sprovveduto e mi immaginavo che avrebbe accettato di prendersi le proprie responsabilità”. Anche per le famiglie dei due ragazzi, la preoccupazione è durata poco: “Io pensavo che mi avrebbero uccisa, invece nulla di tutto ciò. Mio padre all’inizio l’ha presa male ma non per cattiveria: era preoccupato per noi e forse anche un pizzico geloso. Ma si è ricreduto dopo poco. Mia madre ha voluto sapere solo se fossi felice: quando ha capito che lo ero e che sarei stata in grado di gestire la situazione, si è rilassata”.
Oggi Angelica e Simona sono del tutto rodati: la mattina vanno a scuola mentre Maele è affidato alla nonna materna, nel pomeriggio resta con mamma e papà che tra un sonnellino e l’altro provano a studiare, senza dimenticare i turni per le pulizie. “Il segreto di tutto è sapersi organizzare – spiega lei – tanto è vero che al liceo artistico Cassinari, che è anche la scuola di Simone, ho la media dell’otto. Sono andata a lezione fino a due giorni prima della scadenza del termine e dopo quaranta giorni dal parto ero di nuovo in classe”. Alle 11 Angelica usciva per allattare Maele: “Mia mamma me lo portava per la poppata, lui in poco tempo aveva già preso il ritmo delle tre ore e non è stato difficile. Adesso è svezzato e sono più libera”.
Angelica è diventata nella sua zona il simbolo delle mamme minorenni. Sta andando in giro per le scuole (ma anche per le parrocchie) a raccontare la sua esperienza e il suo punto di vista, che non è affatto contro l’aborto, come si potrebbe pensare: “Io sono per la libertà di pensiero e di azione, non critico chi decide di abortire, anzi. L’importante, lo dico sempre, è che la scelta sia consapevole”. L’impegno di Angelica, piuttosto, è su quello che la scuola può fare e sulle modifiche legislative che secondo lei andrebbero implementate per favorire la conciliazione tra studio e maternità. Il suo progetto “Sensibilizzazione alla vita” è incentrato su quattro punti che escludono del tutto la parte della prevenzione (contraccezione e dintorni): “Non sono un medico, non è mio compito”. Il primo punto del suo progetto è l’aumento del monte-assenze a quattro mesi, da gestire un po’ come i congedi di maternità dal lavoro (un mese prima del parto e tre dopo o come la mamma ritiene più opportuno). Il secondo è l’implementazione di un servizio di tutoring per seguire la mamma che non può frequentare le lezioni: “La mia idea è che uno studente o una studentessa possa seguire la mamma per qualche ora alla settimana affinché non resti indietro con i programmi”. Il terzo riguarda invece la possibilità, per la mamma ma anche per il papà, di restare a casa da scuola quando il bimbo è malato. Infine, Angelica chiede un’ area tranquilla, comoda e pulita per l’allattamento: “Non è necessaria una stanza apposita, basta un luogo dove sentirsi bene, come nel mio caso è stato con la zona riservata alle bidelle”.
Angelica non ha perso l’ambizione, una volta diventata mamma: “Se prima mi poteva interessare andare in discoteca, con la maternità i miei interessi sono cambiati. Ed è successo anche a Simone. Gli amici veri sono rimasti, sono spariti solo quelli a metà. Maele a breve potrà anche passare una notte ogni tanto dai nonni, così che io e il papà potremmo andare a qualche festa di compleanno, fare un po’ più tardi del solito. Non ci manca niente, non sentiamo di essere costretti a chissà quale sforzo“. Lui il prossimo anno si iscriverà con tutta probabilità al Dams, lei tra tre anni sogna di entrare a Medicina: “E ci piacerebbe anche fare un’esperienza di vita all’estero, non ci precludiamo proprio niente”.
Una storia felice, la loro, che pare avere convinto da subito anche i professori: “Qualcuno di bigotto, nella scuola, avrà pensato male. Ma i nostri insegnanti, quelli con cui siamo in contatto, ci hanno sostenuti. Per la nascita di Maele ci hanno regalato addirittura il trio”. E anche il più giovane dei nonni, che è il padre di Angelica e che ha solo 43 anni, ha superato le perplessità iniziali. Così come Agnese, la migliore amica di Angelica, le è sempre rimasta accanto, tenendo a battesimo Maele ma soprattutto facendo di tutto per rinforzare ancora di più il loro legame.
Per consultare la pagina Facebook del progetto di Angelica, cliccare qui
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