Caos sul corso per Tagesmutter: patrocinio fittizio del Comune (e non solo)

Bufera intorno al corso per Tagesmutter organizzato dall’associazione Percezioni Sensoriali e iniziato giovedì sera a Ravenna. Anche noi di Romagna Mamma avevamo segnalato l’iniziativa come un’opportunità professionale per le mamme. Ma i dubbi di alcune delle ragazze che hanno partecipato alla prima lezione hanno svelato l’arcano: il corso non è stato accreditato dall’associazione DoMus, punto di riferimento nazionale per la formazione delle Tages, come invece è scritto sul volantino di presentazione. Né tantomeno è stato patrocinato dal Comune di Ravenna e da Ravenna 2019, come ancora riporta il volantino.

Il volantino con lo stemma del Comune di Ravenna e il logo della DoMus, mai autorizzati

Rosa Giovanna Piaia, assessore comunale alle Pari Opportunità, appena avvisata ha chiarito di non aver concesso alcun patrocinio al corso. Nemmeno la sua segreteria, così come quella dell’assessorato all’Infanzia, hanno mai visto arrivare sulla scrivania la richiesta da parte di Percezioni Sensoriali: “So che le nostre pedagogiste sono state contattate dall’associazione, che voleva informarsi sull’eventuale possibilità di ottenere il patrocinio all’iniziativa. Ma poi la domanda non è stata fatta. Valuteremo quali saranno le conseguenze“.

Da San Martino Buon Albergo (Verona), dove l’associazione DoMus ha la propria sede amministrativa, ci raccontano di non aver mai ricevuto alcuna telefonata da Percezioni Sensoriali: “Hanno utilizzato il nostro logo – ci dicono – senza averne l’autorizzazione. Non solo: nella presentazione che hanno fatto del corso sul loro sito, hanno copiato pari pari i contenuti dei nostri e si riferiscono più volte al modello DoMus. A noi non dà fastidio se altre realtà in Italia promuovono la figura della Tagesmutter ma in questo caso è stato dichiarato che c’è il nostro accreditamento e non è vero. Procederemo per vie legali“.

Ma non è solo questione di autorizzazioni. Una delle iscritte al corso di Ravenna (che lasceremo anonima) ci racconta di essersi accorta subito, giovedì sera, che qualcosa non andava: “Ho notato dai primi minuti scarsa competenza e scarsa professionalità da parte delle relatrici: molte di noi sono laureate in materie pedagogiche e davvero è stato immediato accorgerci che non avevano nulla da insegnarci. Anche sul pagamento del corso, che ci avevano detto ammontare a 650 euro, sono state molto vaghe, spiegandoci che ci saremmo messe d’accordo sulle rate, i tempi, gli importi. Le due ragazze incinta che erano presenti sono state rassicurate in maniera un po’ raffazzonata: avrebbero potuto recuperare alcune lezioni a domicilio. Non solo: non hanno introdotto minimamente la figura della Tagesmutter, parlandoci invece di grafologia, e quando qualcuna di noi ha chiesto come avremmo fatturato nel caso avessimo poi attivato il servizio a casa nostra, non hanno saputo darci una risposta precisa”.

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g