Affido: cresce il fabbisogno dopo i sei anni. Da Ravenna: “Servono famiglie”

L’affido non è una scelta per sempre e non ha troppi vincoli, soprattutto se si sceglie la formula “leggera”: quella, in sostanza, che abbina le famiglie al bambino bisognoso per qualche ora alla settimana, per il week end, insomma per momenti limitati durante la settimana. “Chiaro, non è una forma di babysitteraggio – precisa la coordinatrice del Centro per le Famiglie di Ravenna Claudia Mosciatti – perché dietro ci sono sempre delle fragilità familiari”. Ma è lo stesso un modo per dare una mano ad un minore, per fare la propria parte, senza una responsabilità totale.

Al Centro per le Famiglie di Ravenna è iniziato ieri sera l’ennesimo percorso sull’affido e l’accoglienza: un viaggio in cinque incontri pensato per le persone che dopo un primo colloquio informativo, pensano di essere disponibili e adatte ad accogliere in casa propria un minore. “Percorso al termine del quale – sottolinea ancora Mosciatti – non si è affatto obbligati ad aderire effettivamente ad un’esperienza di affido”. Bisogna, in fin dei conti, sentirsela.

E comunque non basta: sono gli assistenti sociali e gli psicologi dell’equipe affido a valutare che la famiglia in questione sia davvero quella giusta per quel bambino, per le sue difficoltà. Meno limiti, invece, esistono sulla “tipologia” familiare: single, pensionati. Non importa.

“Tra le nostre famiglie affidatarie c’è un po’ di tutto: persone con figli, senza. Persone che hanno rinunciato a portare avanti il discorso adottivo, persone che non lo hanno mai tentato”. Così come dall’altra parte, sul fronte dei bambini bisognosi, l’eterogeneità è di casa: “Italiani? Stranieri? La situazione è mista”.

Un dato nuovo, invece, è la crescita del fabbisogno nella fascia di età che va dopo i sei anni, a discapito di un calo in quella 0-6. Per questo, anche la prevenzione deve fare la sua parte. Anche se, grazie all’affido, molte situazioni d’emergenza vengono tamponate.

“Ogni qualvolta riceviamo una decina di richieste, organizziamo un nuovo percorso. Le famiglie, anche dopo che il bambino è stato assegnato, non vengono abbandonate a loro stesse. Il nostro lavoro consiste nel seguirle passo dopo passo”. Claudia Mosciatti sa che ne servirebbero, piuttosto, di più: “Il numero dei minori che hanno bisogno non è affatto coperto dal numero di chi dà la propria disponibilità all’affido”.

Per informazioni 0544-471497

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