“L’ho lasciato nel cassetto per qualche anno. Poi quel testo è diventato un libro per una questione sociale e di diritti mancati: quelli di mia figlia”. Così Antonia Chiara Scardicchio, ricercatrice in pedagogia sperimentale all’Università di Foggia, che vive a Bari con sua figlia Serena, una bambina di dieci anni alla quale è stato diagnosticato un ritardo grave con tratti autistici, parla di “Madri. Voglio vederti danzare”. Un libro i cui proventi, grazie alla solidarietà della casa editrice NFC che lo ha pubblicato, rinunciando a qualsiasi guadagno, contribuiscono a pagare l’insegnante di sostegno della bambina. Un libro che verrà presentato venerdì 7 marzo alle ore 16.30 al Palazzo della Provincia di Rimini (Corso D’Augusto, 231) nell’ambito delle iniziative per la Giornata Internazionale della Donna.
Serena l’anno scorso ha rischiato di dover lasciare la sua classe nella quale era ben inserita. “Non abbiamo ricevuto i contributi ministeriali. Non possiamo pagare il sostegno per la maestra di sua figlia! ”Queste parole si è sentita dire Chiara (è così che si fa chiamare), dal direttore di quella scuola paritaria che per legge e per carità cristiana avrebbe dovuto comportarsi in modo diverso. “Ho vissuto una grande lotta interiore – ci racconta questa madre – avrei voluto far valere i diritti di mia figlia e oppormi a quella situazione, ma ho dovuto rinunciare al mio sentimento di giustizia e fare quello che era meglio per Serena, farla rimanere nella sua classe dove è tanto amata e accettata da tutti”.
Così comincia la corsa alla ricerca dei 1200 euro al mese che servono per far vivere a Serena quattro ore di normalità al giorno insieme agli altri bambini della sua quarta elementare. Progetti, iniziative e donazioni per la raccolta di fondi si susseguono. “Madri. Voglio vederti danzare” è una di queste, ma non rappresenta solo un grande gesto di solidarietà, è anche un’opera letteraria e culturale di grande spessore. Un libro che contrappone alle madri straziate dal dolore, vestite a lutto per la disgrazia ricevuta, madri forti e fiere che hanno cominciato a ringraziare invece che a lamentarsi, che hanno imparato a gioire invece che a soffrire. “Quando a Serena è stata fatta la diagnosi, il mio mondo è crollato. Io che ho sempre creduto nel valore e nella forza della cultura e della parola, mi sono ritrovata con una figlia che non avrebbe mai parlato. All’inizio mi sentivo come la Madonna addolorata trafitta dalle sette spade, presente in tutte le processioni del Venerdì Santo, ma poi sono passata dalla cultura del dolore, quella in cui sono cresciuta, alla cultura della gioia che non corrisponde all’assenza di dolore, ma nel cercare la gioia nel mezzo del dolore stesso. Grazie ad altre madri che vivono una situazione molto simile alla mia, ho imparato a benedire persino la disgrazia e a trasformarla”.
Di madri devote al dolore, di madri tristi nonostante i figli sani, di madri che hanno spezzato le spade, di tutto questo parla il libro di Chiara. Alla fine di quelle poche pagine dense di vita, di amore e di sentimento, l’autrice esorta queste donne a ballare, perché esprimere la gioia attraverso la danza e l’arte è quello che le madri che riescono a risorgere insieme ai loro figli e a liberarsi dalle catene del dolore dovrebbero fare. “L’iconografia classica ci ha sempre mostrato una Maria addolorata e disperata, ma nessuno, o forse pochi, si sono soffermati sulla Madre che ritrova suo figlio perché risorto. Quella Maria, allegorica o religiosa, reale o fantastica, ma comunque metafora della maternità, ha provato la gioia più immensa che una donna possa provare, ha visto tornare a nuova vita suo figlio”.
E la possibilità di tornare a vivere c’è anche per tutte quelle mamme che imparano un nuovo modo di rapportarsi ai figli con handicap che, abbandonando le misure convenzionali con cui ci si rapporta alla vita, possono trovare in questi figli la forza di cambiare, di migliorare e, insieme a loro, nel mezzo di mille e imponenti difficoltà, di essere felici”.
“Mi sono chiesta che cosa volessi fare per Serena e ho pensato a quello che avrei voluto io, una madre felice, una madre sorridente. Serena non legge, non scrive, non sa parlare…. Serena ha un corpo che cresce a una velocità pazzesca e uno sviluppo cognitivo inferiore a quello di un bambino di un anno…. Serena vive di essenzialità, non ha niente, ha solo la vita e l’amore. Ma Serena è felice”.
E’ possibile acquistare il libro andando direttamente sul sito della casa editrice: www.agenzianfc.com oppure sulla loro pagina Facebook facebook.com/agenzianfc
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