La conciliazione, qui, è al massimo: lavorate a casa vostra, occupandovi della cura e della crescita dei bambini degli altri ma, contemporaneamente, anche dei vostri. Le tagesmutter, figure ormai storiche in Germania, importate più di dieci anni fa in Alto-Adige, negli ultimi tempi si sono fatte largo anche in altre zone d’Italia. In Emilia-Romagna le realtà più consolidate sono a Savignano sul Rubicone, Bologna, Parma e, ultimamente, anche a Lugo. E ora, anche Ravenna si prepara ad accoglierle. O meglio, a formarle. Sarà l’associazione di promozione sociale Percezioni Sensoriali ad organizzare il corso in programma da marzo al centro didattico “Leon Battista Alberti” (via Canneti, 14). Un corso che comprenderà 200 ore di teoria e 50 di pratica. E che si protrarrà fino a giugno. Priscilla Fabbri, psicologa e coordinatrice del corso, ha già tenuto lezioni per le future tagesmutter a Faenza, nell’ambito della formazione organizzata in passato da Amici dell’Europa. 
Dopo l’esperienza faentina qualche mamma ha effettivamente intrapreso l’avventura?
“Sì, eccome: a Lugo, Imola e Rimini. Le mamme stanno lavorando. Intanto, anche se lentamente, la figura della tagesmutter comincia ad essere conosciuta e riconosciuta. A Roma si è iniziato a parlare di un contratto nazionale”.
Al momento, invece, come sono inquadrate le ‘mamme di giorno’?
“Con un co.co.pro. Sono in genere dipendenti di una cooperativa o di un’associazione di promozione sociale come la nostra. In questo modo sono tutelate sul fronte della malattia, delle ferie, dell’assicurazione contro gli infortuni. Qualcuna, a Roma, ha iniziato a lavorare con la partita Iva ma far parte di una rete ci pare importante. Se un giorno una tagesmutter non sta bene, le famiglie possono magari portare il bimbo da un’altra collega”.
Gli enti locali da che parte stanno? Promuovono o ostacolano le Tages?
“Si comincia a vedere qualche segnale incoraggiante. Come a Milano, dove il Comune ha attivato ‘Mai più sole’ dedicato alle donne che non hanno rete di sostegno dopo il parto: un progetto sostenuto dal gruppo delle Tagesmutter. Oppure a Savignano: l’elenco delle Tagesmutter della cooperativa Mano nella Mano è segnalato tra i servizi educativi classici erogati dal Comune”.
Per le mamme che volessero lanciarsi, quali sono i criteri?
“Bisogna avere almeno 21 anni, la licenza media e un’abitazione con alcune caratteristiche che però in genere sono adottabili in qualsiasi normale casa. Al massimo si possono tenere cinque bambini, compresi i propri, contemporaneamente. I bambini sono affidati nominalmente, quindi le Tages possono lavorare anche in coppia e i bambini aumentano. Il servizio è di grande flessibilità: se ne può usufruire solo il mattino, solo il pomeriggio, nei fine settimana, di sera, anche di notte. Dipende dalla scelta, che va in ogni caso concordata”.
I bambini che vogliono accedere che età devono avere?
“Da zero a tredici anni. Per la fascia 0-3, però, c’è qualche limitazione: i bambini possono essere al massimo tre. Dai tre anni in su, invece, fino a cinque contemporaneamente”.
Una Tages quanto guadagna?
“Con tre bambini e un lavoro di quattro ore al giorno, siamo intorno ai 600 euro al mese. Il che significa che otto ore al giorno fruttano intorno ai 1.200 euro. Uno stipendio dignitoso. Le baby sitter prendono meno e hanno di certo meno tutele”.
Che cosa studieranno le mamme al corso?
“Psicologia dello sviluppo, pedagogia, normativa sulla privacy. E poi tratteremo l’organizzazione della giornata, l’accoglienza, l’inserimento, le attività manuali, l’alimentazione, il linguaggio e il disegno infantile. Non solo: le mamme seguiranno anche una parte di primo soccorso pediatrico tenuta dall’Istituto superiore di sanità. Alla fine, quindi, otterranno due attestati”.

Per info sul corso: Priscilla Fabbri, priscillafabbri@libero.it, cel. 3475534235 oppure m.luisa@racine.ra.it