I bimbi ingeriscono di tutto: bottoni, piccoli pezzi di giocattoli, pezzi di carta. Oggetti che se grandi due centimetri circa e non appuntiti possono non creare particolari problemi: genericamente vengono espulsi entro 48 ore attraverso le feci.
Non è il caso delle mini batterie al litio che sempre di più fanno parte di diversi oggetti che finiscono nelle borse o nelle tasche dei genitori. Eppure, oltre ad essere un’attrazione per i più piccoli, vista la loro somiglianza per forma e per grandezza alle caramelle, sono dannose per l’esofago a cause delle sostanze corrosive che emettono. Ci ha pensato qualche caso di cronaca a portare in evidenza il problema che, secondo i pediatri, è sempre più frequente al punto che andrebbero messe in campo misure di prevenzione.
La stessa rivista americana Pediatrics nel 2102 ha pubblicato uno studio con foto per dimostrare i danni che le pile possono provocare ai tessuti umani. Le mini batterie, inserite in un wurstel, lo hanno corroso, come fosse cotto al barbecue. Effetto tanto più devastante quanto più piccoli sono gli organi.
Secondo la ricerca pubblicata su Pediatrics, condotta dal Center for Injury Research and Policy del Nationwide Children’s Hospital di Columbus, nell’Ohio, i dati sulle visite ai pronto soccorso statunitensi, tra il 1999 e il 2009, dimostrano che il trend è in forte crescita. Sono stati monitorati tutti gli accessi per masticazione, ingestione o inserimento nel naso o nelle orecchie delle mini batterie, rilevazione possibile grazie ai dati del National Electronic Injury Surveillance System. Le batterie a bottone sono state protagoniste dell’83,3% degli accessi, con una media di 3.289 casi all’anno.
Per evitare qualsiasi contatto dei bambini con le piccole pile piatte basta seguire semplici accorgimenti: tenere sempre in un posto alto telecomandi di garage, assicurarsi che le bilance elettroniche abbiano il vano pile ben chiuso, non sostituire mai le pile vicino ai bambini e buttar via subito quelle sostituite.
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