Fabiola Ricci, il piccolo fenomeno della “Sveglia birichina”: dall’Antoniano ai palcoscenici di tutto il mondo

“La sveglia birichina/trillando di mattina/d’accordo col galletto/mi butta giù dal letto…”. Bambini! Genitori! Alzi la mano chi non ha mai canticchiato queste strofe. Ma, diffidate delle imitazioni, la voce originale della canzone vincitrice dello Zecchino d’oro 1973 è Fabiola Ricci. La bambina che assieme al Piccolo coro dell’Antoniano, strabiliò e commosse tutta Italia. A neanche cinque anni, il talento della piccola originaria di Castrocaro, oggi affermata artista, era veramente precoce: “Sul palcoscenico ho interpretato la femme fatale e la fidanzatina – racconta -. Ho fatto concerti pop, jazz, gospel, funky ma quando si scopre che sono ‘quella della Sveglia birichina’, cambia tutto…”.
Fabiola, non è che tutto questo drin drin comincia a darle fastidio?
“No. Anzi, la Sveglia birichina è stata il punto di partenza per la mia carriera”.
Lei ha cominciato a cantare prima ancora di saper leggere e scrivere.
“A due anni, grazie ai miei genitori, entrambi operai ma con voci meravigliosamente intonate. In casa nostra la radio era sempre accesa anche perché era l’unico modo per farmi stare tranquilla”.
Il primo brano che ha provato a cantare sul seggiolone.
“Rose rosse per te di Massimo Ranieri. Da quel momento non ho più potuto fare a meno della musica”.
Come è arrivata allo Zecchino d’oro?
“Vinsi le selezioni per l’Antoniano cantando La ninna nanna del chicco di caffè”
Un baby fenomeno.
“Il coro era formato da bambini ma, allo stesso tempo, da professionisti. Ci sono state insegnate umiltà e disciplina. Non ci hanno mai fatto vedere il mondo dello spettacolo come strumento per la celebrità”.
Chi scrisse la Sveglia birichina?
“Il testo è di Luciano Beretta, un autore che lavorò anche col Clan di Celentano, Giulio Cadile. Le musiche di Franco e Mino Reitano arrangiate dal jazzista Giordano Bruno Martelli”.
In finale però cantò un’altra bambina, Caterina Zarelli.
“Avevo fatto tutta la trafila e registrato il disco ma la mattina dell’ultimo giorno mi esplose il morbillo. Ci furono delle ore di panico poi questa bimba del coro mi sostituì più che degnamente”.
Chissà che pianti.
“In realtà mi sono disperata di più quando sono stata scelta per interpretare il brano. Ai bambini scartati regalavano un libro come premio di consolazione. Anche io lo avrei voluto!”.
E la serata finale?
“Ci rimasi malissimo per averla saltata ma non tanto per la diretta tv. Piuttosto per la sensazione di non aver compiuto qualcosa che dovevo finire. Non per vanità: voglio dire, mica era un talent show. Abbiamo cantato davanti a Paolo VI e al presidente della Repubblica ma ci è stato insegnato a tenere i piedi per terra. Per questo sarò sempre grata a Mariele Ventre, la fondatrice e direttrice dell’Antoniano”.
Che persona era?
“Una donna straordinaria. Una seconda madre per noi tutti. Dolcissima e, allo stesso tempo, estremamente severa. Ma mai ingiusta. Ricordo che una volta durante una pausa salutai mia madre seduta fra il pubblico e presi una sgridata memorabile da Mariele perché avevo infranto il protocollo”.
Che fa oggi Fabiola Ricci“Ho studiato canto e ho elaborato un mio metodo di studio per canto, danza e recitazione. Sono direttrice artistica e didattica dell’Accademia toscana del musical teathre. Si tratta di una specie di master universario per musical. Nel frattempo porto avanti l’attività di cantante, attrice e musical performer all’Italia e all’estero, tengo laboratori e do lezioni individuali”.
Per bambini?
“Per tutti. Anzi, le più entusiaste sono proprio certe mamme che poi ai figli raccontano di essere andate a lezione da ‘quella della Sveglia birichina’…”.

 

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